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Emissioni
gassose diffuse in aree vulcaniche. Aspetti geochimici, strutturali e
modelli fisici del processo. Sviluppo di tecniche di monitoraggio
Coordinatore
scientifico del progetto
Chiodini
Giovanni – Prof. Associato
INGV
– sezione Osservatorio Vesuviano – Napoli
Partecipanti al progetto
UR#
|
AFFERENZA
|
RESPONSABILE
|
1
|
OV,
INGV, Napoli
|
Chiodini
Giovanni
|
2
|
IGGI,
CNR, Pisa
|
Cioni
Roberto
|
3
|
CFTA,
Università, Palermo
|
Parello
Francesco
|
4
|
DST,
Università, Bologna
|
Todini
Ezio
|
5
|
LINM,
Università, Bologna
|
Mostacci
Domiziano
|
6
|
INGV,
Sezione 1, Roma
|
Quattrocchi
Fedora
|
OBIETTIVI
GENERALI
L´obiettivo
principale del progetto è il riconoscimento, la mappatura e la misura
delle strutture a degassamento diffuso (DDS) collegate ai vulcani attivi
Italiani e la messa a punto di tecniche adatte al monitoraggio dei flussi
gassosi e d´energia termica. In dettaglio gli obiettivi del 1 anno di
ricerca erano stati suddivisi nei seguenti Tasks:
1)
Mappe tematiche delle DDS della Solfatara, Mofete, Vesuvio ed
Ischia (OV-NA; ING-Roma; CFTA-UNIPA, IGGI-CNRPI);
2)
Definizione e adattamento allo studio delle DDS di metodologie
geostatistiche appropriate (IGGI-CNRPI, OV-NA);
3)
Messa a punto di un metodo per la misura diretta dell´energia
termica rilasciata da suoli caldi (OV-NA);
4)
Dati analitici del 14C e prime valutazioni sul
degassamento di CO2 alla
Solfatara negli ultimi 20-30 anni (LINM-UNIBO);
5)
Modellizzazione fisica per lo studio delle DDS (DST-UNIBO, OV-NA).
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TASK
1 – Mappe tematiche delle DDS
UR
PARTECIPANTI: UR1,UR2, UR3, UR6
OBIETTIVI
I ANNO
a)
esecuzione di indagini di dettaglio (mappe di flusso di CO2 per
la delimitazione e caratterizzazione delle DDS) nelle aree anomale
collegate al vulcanismo campano: Campi Flegrei (Solfatara e Mofete),
Ischia, Vesuvio;
b)
stime di flusso totale di CO2 e,
ove possibile, stime di flusso di calore;
c)
in alcuni casi, rilevamento geologico strutturale di dettaglio da
accompagnare alle misure termiche e di flusso di CO2;
d)
campionamento ed analisi chimica dei fluidi fumarolici,
analisi dei gas disciolti nelle acque circolanti nelle DDS;
e)
campagne per il rilevamento del noise sismico generato dal
movimento dei fluidi in profondità nel caso della Solfatara;
f)
studio isotopico del 13C della CO2 dei suoli
per la definizione delle sorgenti del carbonio
RISULTATI
I ANNO
-
Sviluppi metodologici
a) Misure dirette del flusso termico da suoli caldi
mediante sensore industriale (vedi task 3).
b) Misure dirette di flusso di CH4 dai
suoli interessati da degassamento anomalo di CO2. Sono state
eseguite prove di laboratorio e misure di terreno (Solfatara, Vulcano,
emissioni fredde Centro Italia) con una camera d´accumulo equipaggiata
con sensore FID. L´obiettivo era quello di caratterizzare il rapporto CH4/CO2
dei fluidi che alimentano il processo di degassamento. I risultati
ottenuti sono stati inviati ad una rivista internazionale per la
pubblicazione (11);
c) In collaborazione con ricercatori della Pen State
University (Cindy Werner) è stato eseguito un test di lunga durata (circa
20 giorni) per l´applicazione del metodo ‘Eddy Correlation´ alla
misura dei flussi di CO2 nell´area della Solfatara di Pozzuoli. Eddy
correlation è una tecnica ‘micrometeorologica´
che costituisce una possibile alternativa al metodo della camera
d´accumulo. Le misure ‘Eddy correlation´ sono, (1) fatte al di sopra
del suolo, non disturbano quindi l´emissione naturale, (2) continue, che
permette di utilizzarle per un monitoraggio in continuo, a (3)
rappresentative della variabilità spaziale dell´area sorgente (area
sopra-vento).
-
Acquisizione dati
Nel corso del I
anno del progetto sono stati eseguite numerose campagne di misura di: a)
flussi CO2, b) temperatura suolo, c) gradienti termici nel suolo, d)
flussi di calore, e) composizione chimica ed isotopica CO2 del suolo, f)
composizione chimica di fluidi fumarolici. In Tabella 1 sono riportati per
ognuna delle categorie sopra descritte il numero totale di misure eseguite
nelle diverse aree indagate.
Tabella
1
Area
|
n.
campagne
|
a
|
b
|
c
|
d
|
e
|
f
|
Solfatara
|
8
|
1950
|
1342
|
135
|
95
|
40
|
60
|
Mofete
|
2
|
176
|
176
|
|
|
|
|
Vesuvio
|
4
|
866
|
866
|
|
|
|
17
|
Ischia
|
2
|
396
|
396
|
20
|
|
|
6
|
Nisyros
(*)
|
6
|
1868
|
1868
|
146
|
146
|
|
34
|
(*)
Le campagne eseguite a Nisyros rientrano in un progetto CEE avente
obiettivi in comune con il progetto GNV
-
Interpretazione e modellistica
Parte dei dati
delle campagne Solfatara e Nisyros sono stati interpretati,
pubblicati e presentati a convegni nazionali ed internazionali
(5,6,10,18,21,23,24,25). I risultati scientifici ottenuti sono
sintetizzati negli abstract dei due lavori, qui di seguito riportati:
Solfatara
/rif. 5/:
‘Nel
presente periodo di quiescenza, il vulcano Solfatara, lontano 1 km da
Pozzuoli, rilascia 1500 t d-1 di CO2 idrotermale
attraverso degassamento diffuso dal suolo da un´area relativamente
piccola (0.5 km2). Questa quantità di gas è confrontabile con
quella rilasciata da emissioni crateriche di molti vulcani attivi. Sulla
base del rapporto CO2/H2O misurato nelle fumarole ad
alta temperatura ubicate nell´area, abbiamo calcolato un rilascio
d´energia pari a 1.19 1013
J d-1 (138 MW). La gran parte di questa energia è
rilasciata da un processo di condensazione del vapore che avviene nel
suolo. L´energia è quindi trasferita all´atmosfera attraverso i suoli
caldi dell´area a degassamento diffuso. L´energia termica rilasciata
dal processo di degassamento diffuso alla Solfatara è di gran lunga il
principale processo di rilascio d´energia
dell´intera caldera dei Campi Flegrei. E´ un ordine di
grandezza superiore al flusso conduttivo di calore che interessa
l´intera caldera, e, durante gli ultimi 20 anni, è stata molte volte più
grande che l´energia associata alle crisi sismiche ed agli eventi di
deformativi. E´ possibile che variazioni nel flusso d´energia generato
dal corpo magmatico presente nel sottosuolo e/o processi d´argillificazione
a piccola profondità determinino pressurizzazione del sistema
idrotermale e conseguentemente le deformazioni e gli sciami sismici
superficiali che hanno caratterizzato i recenti episodi di ‘ volcanic
unrest´ di Pozzuoli.´
Nisyros
/ rif. 8/:
‘Due
campagne di misura del flusso di CO2 nella parte meridionale della piana
di Lakki mostrano che la CO2 è rilasciata principalmente dai crateri
d´esplosione freatica. La corrispondenza fra alti flussi di CO2 e alte
temperature del suolo suggerisce che un flusso di fluidi
idrotermali caldi interessa l´area. Il vapore condensa vicino alla
superficie ed il calore prodotto da luogo ad un flusso termico conduttivo
nel suolo, accompagnato da un intenso flusso di CO2. Si è calcolato che
68 t d-1 di CO2 idrotermale sono rilasciate dall´area studiata di circa
1.3 km2. Ammettendo che un flusso di vapore di 2200 t d-1 accompagna
questo flusso di CO2, l´energia termica rilasciata attraverso la
condensazione di vapore risulta di 58 MW.´
I
dati ottenuti nelle altre campagne, (flussi di CO2, flussi termici,
temperature, composizioni isotopiche gas del suolo, ecc. ) sono in corso
d´elaborazione. I principali risultati ottenuti dagli studi strutturali
riguardano il riconoscimento di un pattern di fratturazione anomalo
collegato alle aree di degassamento ed imputabile a variazioni di
pressione dei fluidi all´interno dei sistemi idrotermali (8, 24)
-
Altro
Ove
possibile sono state campionate le fumarole ubicate nelle zone a
degassamento diffuso. Nel caso del Vesuvio l´interpretazione dei dati
composizionali chimici ed isotopici ha portato
all´elaborazione di un modello geochimico del sistema idrotermale
che attualmente alimenta le zone ad alto flusso (6). Un´ulteriore
pubblicazione riguarda aspetti metodologici sull´utilizzo di dati
isotopici nella definizione delle sorgenti profonde dei fluidi (3). Un
lavoro collegato alla ricerca (5) ha riguardato il trattamento dei dati di
una stazione automatica per i flussi di CO2 attiva nell´area di Mammoth
Mt. (California, USA). Molti lavori pubblicati nel periodo del progetto
hanno riguardato altri aspetti collegati
alla stessa tematica del degassamento di CO2 (1, 2, 4, 12, 13, 14, 16, 17,
20, 21, 22). Infine parte dei risultati del progetto sono stati utilizzati
nei rapporti di sorveglianza geochimica dei vulcani campani.
PRODOTTI
DELLA RICERCA
Poichè
molti lavori sono in comune con differenti task, la lista qui sotto
riguarda anche i task 2 e 3
-
n. 11 pubblicazioni su riviste internazionali
-
n. 14 presentazioni a convegni
-
n. 5 Rapporti interni
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TASK
2 – Definizione e adattamento allo studio delle DDS di metodologie
geostatistiche appropriate
UR
PARTECIPANTI: UR1,UR2
OBIETTIVI
I ANNO
Le quantità totali di CO2 rilasciato dalle
aree studiate possono essere stimate per mezzo di tecniche statistiche o
geostatistiche. Due tecniche statistiche utilizzate fino ad ora sono :
a)la media aritmetica dei valori e b) l´ approccio grafico-statistico
GSA (Graphic Statistical Approach) descritto in Chiodini et al., 1998. GSA accoppia una tecnica per il
riconoscimento e la suddivisione di
famiglie statistiche all´interno di popolazioni polimodali
ed una tecnica per la stima dei parametri statistici, ed i relativi
errori, di popolazioni ‘log-normal´ (Sichel t-estimator). Tali
approcci statistici (media aritmetica e GSA) sono stati usati in lavori
precedenti per la stima dell´output totale di CO2.
Un grande svantaggio di questi metodi è che non tengono conto
della correlazione spaziale dei dati e quindi questo implica
una sovrastima dell´errore e
quindi della variabilità naturale dei flussi di CO2. Per scopi
di sorveglianza, la misura della ‘variabilità naturale´ è essenziale
per il riconoscimento delle anomalie. L´obiettivo del TASK 2 era quindi
la messa a punto di strumenti geostatitstici adatti allo studio del
flusso.
RISULTATI
I ANNO
-
Sviluppi metodologici
Nel corso del 2000 questa tematica è stata
approfondita dalle UR di Napoli (UR1) e da quella di Pisa (UR2). L´UR1
ha applicato allo studio dei flussi l´algoritmo SGS
(Sequential Gaussian Simulation algorithm) usando il codice
specifico riportato nel GSLIB software. La simulazione stocastica permette
la costruzione di modelli ad alta risoluzione, alternativi ed
equiprobabili, della distribuzione spaziale di un attributo. La
simulazione si differenzia dal
kriging o da qualsiasi altro metodo d´interpolazione perchè lo scopo di
una simulazione è principalmente la riproduzione del comportamento
globale (‘texture´) e
statistico (istogramma, variogramma) dell´attributo, e perchè permette
di definire l´accuratezza delle stime locali e globali. La misura
dell´accuratezza è data dalla differenza fra N alternativi valori
simulati in un punto (‘local accuracy´) o dalla differenza tra N
simulazioni alternative di un campo (‘global accuracy´).
L´UR2 ha acquistato il
programma ISATIS che consente la elaborazione di carte e
valutazioni di stime globali. Il software permette tra l´altro a)
l´analisi statistica dei dati raccolti ed in particolare la costruzione
dei variogrammi sperimentali e funzioni correlate, b) il fitting
automatico dei variogrammi, potendo scegliere tra diversi modelli quali il
nugget, l´esponenziale, lo sferico, il gaussiano, ecc, c)
l´identificazione automatica del drift, d) la ricerca del miglior
intorno per le valutazioni puntuali, e) la stima dei valori utilizzando
vari metodi, dai poligoni di influenza, all´inverso delle distanze fino
all´IRF-k kriging e al kriging Lognormale, f) le simulazioni non
condizionate e quelle condizionate. Il programma è in
fase di messa a punto.
-
Acquisizione dati
Sono
stati utilizzati i dati acquisiti nell´ambito del Task 1
-
Interpretazione e modellistica
L´UR1 ha applicato il metodo delle
simulazioni (SGS) alle aree della Solfatara (campagne 1998 e 2000, Fig.
1), Vesuvio (campagna 2000), Ischia (campagna 2001) e Nisyros (campagne
2000). I risultati sono riportati in Tabella 2. Per quanto riguarda
l´UR2, la prima applicazione si riferisce ad un set di 608 campioni
(maglia di 10x10 m ) misurati alla Solfatara alla fine del mese di Maggio
ed ha lo scopo di
studiare l´effetto della dimensione della maglia di campionamento
sulle mappe di isoflusso e valore
di flusso calcolato sull´intera area, anche in relazione al metodo
utilizzato. I dati sono stati in un primo momento utilizzati per
determinare il valore del flusso totale con il metodo descritto in
Chiodini et al (1998). Tale metodo prescinde da ogni valutazione sulla
distribuzione spaziale dell´osservabile. Le varie popolazioni presenti
sono riconosciute utilizzando i diagrammi di probabilità. Il flusso segue
una distribuzione log-normale. Questo fatto consente di calcolare,
utilizzando lo stimatore di Sichel (David,1977), il flusso medio e
l´intervallo di confidenza. Inoltre il rapporto tra campioni
appartenenti alla popolazione individuata e il numero totale di misure
fornisce anche la frazione di superficie assegnabile a quella data
popolazione. E´ così possibile determinare il flusso totale e
l´intervallo di variazione al 95%
di confidenza. A partire dalla maglia 10x10 sono state costruite 4 maglie
20x20 e 9 maglie 30x30 in modo da avere il massimo numero di punti per
ogni maglia. Per ciascun caso sono stati calcolati i valori medi e
l´intervallo di confidenza al 95% con il metodo precedentemente
indicato. I risultati ottenuti sono mostrati in Tabella 3.Passando dalle
maglie 20x20 a quelle 30x30, la variabilità dei risultati aumenta di
molto. Nel primo caso i valori sono contenuti nell´intervallo
83000-73000, mentre nel secondo caso la variazione è tra 87000 e 60000.
Chiaramente l´intervallo di confidenza aumenta al diminuire del numero
di campioni. Occorre tuttavia osservare che il valore ottenuto con 608
campioni è sempre compreso all´interno dell´intervallo di confidenza
delle valutazioni effettuate con maglie molto larghe. Attualmente stiamo
valutando la variabilità delle valutazioni utilizzando campionamenti
random con 150, 70 e 35 campioni.
Tabella
2
Area
|
Sup. (Km2)
|
n. misure
|
n. simul.
|
Output CO2 ton/d
|
s
|
Nisyros-2000
|
0.67
|
1268
|
50
|
34.6
|
3.8
|
Solfatara
–1998
|
1.38
|
402
|
40
|
1176
|
107
|
Solfatara
– 2000
|
1.38
|
414
|
40
|
1505
|
158
|
Vesuvio
cone -2000
|
3.5
|
510
|
50
|
149
|
28
|
Ischia
– 2001
|
0.94
|
337
|
100
|
35.6
|
5.1
|
Tabella
3
n . cam.
|
Flusso tot
|
Max
|
Min
|
|
n . cam.
|
Flusso tot
|
Max
|
Min
|
608
|
80029
|
87452
|
74342
|
|
67
|
72961
|
87640
|
64301
|
151
|
82522
|
97512
|
72457
|
|
68
|
80439
|
101143
|
67506
|
148
|
81701
|
89735
|
75989
|
|
69
|
87222
|
106534
|
76471
|
156
|
81142
|
93942
|
73424
|
|
65
|
82603
|
100681
|
71435
|
153
|
73317
|
83465
|
66480
|
|
67
|
82299
|
101763
|
71372
|
68
|
86393
|
106188
|
73562
|
|
69
|
68983
|
81448
|
56328
|
68
|
78887
|
93640
|
69614
|
|
67
|
59935
|
88932
|
52436
|
PRODOTTI
DELLA RICERCA
Vedi
task 1
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TASK
3 – Messa a punto di un metodo per la misura diretta dell´energia
termica rilasciata da suoli caldi
UR
PARTECIPANTI: UR1
OBIETTIVI
I ANNO
L´obbiettivo
di era la ricerca di un metodo per la misura diretta del flusso di calore
che interessa i suoli ‘caldi´ delle DDS.
RISULTATI
I ANNO
-
Sviluppi metodologici
E´ stata
eseguita la sperimentazione di un sensore industriale specifico per misure
di flusso di calore (da 1 a 1500 W m-2 ) dal suolo prodotto
dalla ditta LASMEN (sensore LS). Il
sensore ha la forma di un disco (spessore 0.7 cm, diametro 5 cm) composto
da due placche d´acciaio (spesse ognuna 0.2 cm) con interposto uno
strato a bassa conducibilità termica (resina epossidica). La parte
sensibile è una termopila posta nella zona centrale del disco. La misura
è fatta inserendo il sensore nel suolo a bassa profondità (1-6 cm) e
leggendo a stabilizzazione il potenziale elettrico di LS.
-
Acquisizione dati interpretazione e modellistica
Il sensore LS
è stato sperimentato attraverso: a) modellizzazione numerica, b)
prove di laboratorio e c) misure di terreno.
a)
modellizzazione numerica.
Per valutare il disturbo nel flusso di calore prodotto nel suolo dalla
presenza del sensore e per valutare l´errore conseguente è stata fatta
una analisi del transiente termico con il software MARC (2000). E´ stato
usato un modello bidimensionale ad elementi finiti, la cui maglia è
composta da celle a 4 nodi isoparametriche. Un primo risultato è stato il
calcolo del tempo teorico di stabilizzazione del sistema che sotto
differenti condizioni iniziali e per valori plausibili di Ksoil
è risultato compreso fra circa 30 minuti ed una ora. Allo stato
stazionario, I risultati del calcolo hanno permesso di valutare la
deviazione nel flusso di calore dovuta alla presenza del sensore nel
suolo, ed inoltre hanno permesso di ottenere una relazione per la
correzione dei valori misurati basata sulla contemporanea misura dei
gradienti termici.
b)
prove di laboratorio Per
la calibrazione del sensore LS, sono state eseguite 6 prove in laboratorio
con uno strumento sviluppato dall´Osservatorio Vesuviano. Nel fondo di
un thermos è stata installata una piastra d´alluminio scaldata da una
resistenza elettrica alimentata da una corrente variabile conosciuta. Il
thermos è stato riempito con ghiaia carbonatica (tests 1, 2, 3 and 4) e
sabbia (tests 5 and 6). Il sensore LS è stato posto alla profondità di 5
cm. Durante i test la corrente elettrica è stata cambiata in modo da
ottenere una dispersione di calore dalla resistenza elettrica (e dalla
piastra d´alluminio, Hp) nel range 50-300 W m-2.
Durante ogni test sono stati misurati il flusso di calore misurato
da LS (Hs* ) e il gradiente
termico dT/dZ a tempi differenti fino a stabilizzazione. I valori misurati
sono stati utilizzati per ricavare Hs
(flusso di calore corretto con la relazione trovata mediante la
modellizzazione numerica), Kp
(= Hp / dT/dZ, conducibilità termica del suolo derivata
dal flusso di calore rilasciato dalla piastra),e
Ks (= Hs/ dT/dZ
conducibilità termica del suolo derivata dal flusso di calore ottenuto
con LS ) (Tabella 4).
Tabella
4. Risultati delle prove di
laboratorio del sensore LS
|
Hp (W m-2)
|
dT/dZ(°C/m)
|
Hs* (W
m-2)
|
Hs (W m-2)
|
lp
|
ls
|
Carbonate
gravel
|
99
|
114
|
75
|
92
|
0.87
|
0.81
|
Carbonate
gravel
|
201
|
243
|
166
|
214
|
0.83
|
0.88
|
Carbonate
gravel
|
201
|
279
|
181
|
220
|
0.72
|
0.79
|
Carbonate
gravel
|
305
|
400
|
261
|
320
|
0.76
|
0.8
|
Sand
|
111
|
171
|
90
|
99
|
0.65
|
0.58
|
Sand
|
56
|
106
|
56
|
62
|
0.53
|
0.59
|
Sand
|
56
|
102
|
53
|
58
|
0.55
|
0.57
|
c)
Campagne di misura alla
Solfatara di Pozzuoli e a
Nisyros (Grecia) Sono state fatte 4 campagne, una alla Solfatara e tre in differenti
DDS di Nisyros (Stefanos, Polibotes micros e Kaminakia north). Ogni
campagna è consistita nella misura di
(i) flussi di CO2 fluxes,
(ii) flussi di calore con il sensore LS e (iii) gradienti termici nei
primi 20-40 cm di suolo (dT/dZ). Inoltre
le fumarole di ognuna delle DDS indagate sono state campionate ed
analizzate per ottenere un a possibile valore del rapporto H2O/CO2
dei fluidi che
alimentano il processo di degassamento prima della condensazione del
vapore. Assumendo che i flussi di calore del suolo (Hs) siano interamente
generati dal calore rilasciato durante la condensazione, è stato
calcolato il flusso di vapore coinvolto (H2O flux nella Tab. 5)
dividendo il flusso di calore per il calore latente d´evaporazione (2257
J g-1) a 100°C. I
risultati ottenuti sono riportati in Tab. 5. I rapporti fra i flussi di H2O
e CO2 sono risultati molto simili ai rapporti H2O/CO2
wt misurati nei fluidi fumarolici di ogni area. Questa corrispondenza non
è certo fortuita e suggerisce: (i) le stime basate sulle misure di flusso
di calore e di CO2 sono ‘affidabili´; (ii) le fumarole di ognuna delle
aree indagate sono interessate in modo trascurabile da processi secondari
(per es. condensazione); (iii) il processo di degassamento diffuso di CO2
deriva dalla risalita di fluidi fumarolici che sono pressochè
totalmente affetti da condensazione del vapore.
Tabella 5. Risultati delle campagne di misura di flussi di calore e
CO2 alla Solfatara
e a Nisyros
|
|
Solfatara
|
Polibote
m.
|
Stefanos
|
Kamin.
N
|
Number
of observations
|
|
94
|
29
|
87
|
28
|
Area
|
m2
|
37200
|
261
|
34800
|
2800
|
dT/dz
(arithmetic average value)
|
°C
m-1
|
161
|
405
|
183
|
153
|
CO2
flux (arithmetic average)
|
g
m-2d-1
|
1826
|
238
|
207
|
449
|
Hs
(arithmetic average of
corrected values)
|
W
m-2
|
111
|
446
|
175
|
103
|
H2O
flux (condensed steam equivalent to Hs)
|
g
m-2d-1
|
4251
|
17065
|
6708
|
3940
|
CO2
flux / H2O flux
|
|
0.43
|
0.014
|
0.031
|
0.114
|
CO2
/ H2O (analysed
in fumarolic fluids)
|
|
0.44
|
0.021
|
0.033
|
0.115
|
PRODOTTI
DELLA RICERCA
Vedi
task 1
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TASK
4 – Dati analitici del 14C
e prime valutazioni sul degassamento di CO2 alla
Solfatara negli ultimi 20-30 anni
UR
PARTECIPANTI: UR1, UR5
OBIETTIVI
I ANNO
Selezione
degli alberi da analizzare nell´area della Solfatara.
Campionatura. Analisi
di C-14. Prime elaborazioni
dei dati e valutazioni.
RISULTATI I ANNO
A
seguito di un´appropriata ricognizione del territorio è stato scelto un
albero adatto per esposizione all´esperienza proposta (si tratta di un
pino piantato intorno al 1940). Parallelamente
si è provveduto a scegliere un blank da idoneo sito (un altro pino,
peraltro circa coevo del precedente).
Il
gruppo di Bologna ha provveduto alla dendrodatazione delle sezioni di
albero di interesse: in
particolare sono state esaminate due sezioni dell´albero prescelto, una
prelevata alla base ed una seconda a 2m circa di altezza, ed una sezione
del blank. Si è potuta
individuare una corrispondenza perfetta tra le sequenze (seppure com´è
naturale a partire da un anello iniziale variabile da una
sezione all´altra): le
sequenze permettono di stabilire una corrispondenza biunivoca tra i
singoli anelli delle tre sezioni. Si
sono poi prelevati i microcampioni necessari per la spettrometria di massa
(AMS, Atomic Mass Spectrometry), che sono in fase di preparazione per il
conteggio sullo spettrometro. Si
prevede di avere i primi risultati disponibili nel prossimo mese di
settembre.
PRODOTTI DELLA RICERCA
- I dati dendrocronologici sono stati
integrati in una banca dati di sequenze, essendovi carenza di dati
relativi all´area campana
- E´ stata progettata e realizzata
un´apparecchiatura di nuovo tipo per la preparazione di campioni per le
misure AMS di C-14
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TASK
5 – Modellizzazione fisica per lo studio delle DDS
UR PARTECIPANTI: UR1, UR4
OBIETTIVI
I ANNO
Gli obbiettivi
del task 5 prevedevano, per il primo anno, una fase iniziale di ricerca
bibliografica, seguita da una seconda fase dedicata alla progettazione ed
esecuzione di simulazioni numeriche mirate a:
-
verificare il corretto funzionamento del codice, installato su
varie piattaforme;
-
selezionare un´opportuna griglia di calcolo;
-
valutare la rilevanza di parametri fisici importanti del sistema
naturale (conducibilità termica, calore specifico, densità, porosità e
permeabilità del mezzo poroso);
-
riprodurre le condizioni fisiche del sistema naturale, così come
si desumono in base ai dati geochimici raccolti in superficie.
RISULTATI
I ANNO
- Interpretazione e modellistica
La raccolta e
l´analisi dei dati esistenti in bibliografia sulla Solfatara ha
consentito la definizione di un modello concettuale (lavoro svolto dalla
UR1), ovvero di quell´insieme di ipotesi sul funzionamento del sistema
reale e sulle cause delle sue variazioni che costituisce la base su cui si
poggia la successiva fase di modellizzazione. In base al modello
concettuale, sono state definite le dimensioni appropriate del dominio di
calcolo e le condizioni iniziali ed al contorno compatibili con
l´attuale comprensione del sistema reale. Sono inoltre stati
identificati valori appropriati per i parametri che caratterizzano il
mezzo poroso e che vanno definiti come dati in ingresso al momento
dell´applicazione del modello fisico. Laddove la mancanza di misure ha
impedito una definizione univoca di questi parametri, è stato definito un
ragionevole intervallo di variazione. Parallelamente, si è provveduto
all´installazione e alla verifica del corretto funzionamento del codice
di calcolo. Le simulazioni sono state eseguite con il codice TOUGH2,
sviluppato presso il Lawrence Berkeley National Laboratory (CA, USA), che
consente di descrivere il flusso non isotermo di un fluido multi-fase e
multi-componente attraverso un mezzo poroso eterogeneo ed anisotropo.
Le simulazioni
sono state progettate in base al modello concettuale, considerando una
simmetria cilindrica (dimensioni radiali da 1 a 3 km, profondità di 2.5
km) e diverse griglie di calcolo, con un numero di elementi variabile da
200 a 800. Analisi parametriche sono state effettuate sui valori di
conducibilità termica, calore specifico e densità della matrice porosa,
oltre che della porosità e permeabilità. Sono stati considerati sia
sistemi uniformi che sistemi caratterizzati dall´alternarsi di strati
con caratteristiche fisiche differenti. Le simulazioni sono state
generalmente eseguite considerando un fluido composto da aria e acqua,
anche se alcune simulazioni sono già state effettuate considerando invece
miscele di acqua e anidride carbonica. Nella maggior parte delle
simulazioni il sistema è stato considerato inizialmente statico e
caratterizzato da un gradiente di temperatura di 30°C/km. Il profilo di
pressione è stato di volta in volta calcolato in base alla dimensione
imposta alla zona inizialmente satura d´acqua. Per quanto riguarda le
condizioni al contorno, tutte le simulazioni sono state eseguite finora
considerando il tetto del sistema aperto al flusso di fluido e di calore,
e caratterizzato da valori atmosferici di pressione e temperatura, mentre
il margine laterale è stato sempre considerato impermeabile e adiabatico.
Parte delle simulazioni è stata poi eseguita considerando la base del
dominio impermeabile e imponendo una serie di sorgenti di calore (di
intensità variabile da 0.127 a 6,25 W/m2), mentre altre
simulazioni sono state effettuate con la base del dominio permeabile e
comunicante con un acquifero in ebollizione a 290°C.
I risultati delle
simulazioni effettuate sono tuttora in fase di elaborazione, ma hanno
sottolineato ancora una volta l´importanza della struttura eterogenea
della matrice porosa nel determinare l´evoluzione dell´intero sistema.
In particolare si è visto che a prescindere dalle condizioni imposte alla
base, la presenza di uno strato a bassa permeabilità rappresenta una
condizione necessaria allo sviluppo di una fase di vapore secco (la cui
presenza alla Solfatara è suggerita dalla composizione chimica dei gas
emessi). La zona impervia separa infatti il vapore in risalita dalla fase
liquida che resta confinata nella zona più permeabile. Le simulazioni
hanno inoltre dimostrato come la distribuzione di permeabilità influenzi
indirettamente anche la rilevanza degli altri parametri fisici che
caratterizzano la matrice porosa: un elevata permeabilità consente una
vigorosa circolazione di fluidi, che a sua volta rende meno importanti gli
effetti di variazioni della conducibilità termica o del calore specifico
del mezzo poroso.
PRODOTTI
DELLA RICERCA
-
Relazione di fine anno per l´assegno di ricerca
ELENCO
PUBBLICAZIONI
a)
Riviste internazionali
Chiodini
G. , Frondini F., Cardellini C., Parello F. and
Peruzzi L. (2000). Rate of diffuse carbon
dioxide earth degassing estimated from carbon balance of regional aquifers:
the case of Central Apennine (Italy), J
Geophys. Res., 105, 8423-8434
Rogie,
J.D., Kerrick, D.M., Chiodini, G., and Frondini, F. (2000). Flux
measurements of nonvolcanic CO2 emission from some vents in central Italy,
J Geophys. Res., 105,8435-8445
Chiodini
G., Allard P., Caliro S. and Parello F. (2000). 18O
exchange between steam and carbon dioxide in volcanic and hydrothermal
gases: implications for the source of
water, Geochimica Cosmochimca
Acta 64, 2479-2488
Chiodini G. and Frondini F. (2001).
Carbon dioxide
degassing from the Albani Hills volcanic region, Central Italy. Chemical
Geology 177, 1-2 pp. 67-83
Brombach
T, Hunziker J.C., Chiodini G., Cardellini C. and Marini L. (2001) Soil
diffuse degassing and thermal energy
fluxes from the southern Lakki plain, Nisyros (Greece). Geophys.
Res. Letter,
28, 1, 69-72
Chiodini G., Marini L. e Russo M.
Geochemical
evidences of high temperature hydrothermal brines at Vesuvio volcano (Italy),
Geochimica et Cosmochimica Acta 65, 13, 2129-2147
Rogie,
J.D., Kerrick, D.M., Sorey, M.L., Chiodini, G., and Galloway, D.L (2001)
Dynamics of Carbon Dioxide Emission at Mammoth Mountain, California Earth
and Planetary Science Letters (188)3-4, 535-541
G. Chiodini, F. Frondini, C. Cardellini, D.
Granieri, L. Marini, and G. Ventura. CO2
Degassing and Energy Release at Solfatara Volcano, Campi Flegrei, Italy.
(2001) J Geophys. Res (accepted)
F.
Parello, G.Capasso, W.D´Alessandro, R. Favara, S. Inguaggiato, - 2001-
Kinetic isotope fractionation of CO2 Carbon due to diffusion processes
through the soil. Water-Rock-10
pp. 1497-1499.
Brombach,
T., G. Chiodini, C.J. Hunziker, L. Marini, and B. Raco, Origin of the
fumarolic fluids of Nisyros, Greece, and isotopic evidence for a magmatic
contribution, Bull. Volc. (submitted)
Cardellini
C., Chiodini G., Frondini F., Granieri D., Lewicki J. and
Peruzzi L. A method for quick measurements of soil CH4
fluxes: application to natural environments and landfills. Applied
Geochemistry (submitted)
b)
Presentazioni a congressi - abstracts
Cardellini
C., Chiodini G., Frondini F., Giaquinto S., Parello F. & Peruzzi L.
(2000) Quantification of diffuse carbon dioxide degassing from Central
Apennine (Italy): the carbon balance in regional aquifers approach.
Goldschmidt 2000, September 3rd-8th, 2000, Oxford, U.K. Journal of
Conference Abstracts, Volume 5(2), 285. Cambridge Publications 2000
Chiodini G.,
Frondini F., Minelli G., Pialli G. & Cardellini C. (2000) Mantle
degassing, CO2 traps and seismogenesis in Northern Apennines. Riassunti del Convegno “Evoluzione geologica e geodinamica
dell´Appennino” pp.86-87. Soc. Geol. It., Foligno16-18 Febbraio 2000 (abstract).
Cardellini
C., Chiodini G. & Frondini F. (2000) Deep CO2 emission in Italy: a
review. Scuola di Geochimica dei Fluidi - Volume Speciale: speciazione in
fase acquosa, speciazione in fase gassosa. Società Italiana di Geochimica
(So.Ge.I.). Arezzo, 29 Agosto – 1 Settembre, 2000.
Avino
R., Caliro S., Chiodini G., Di Matteo V., Frondini F., Granieri D.,
Quareni F., Russo M. (2000) Heat flow from diffuse degassing structures of
active volcanoes Eos Trans. AGU, 81 (48), Fall Meet. Suppl.,
Abstract V62C-01
Chiodini G.
and Macedonio G. (2000)
Natural CO2 emissions in Italy: observation and modelling.
Eos Trans. AGU, 81 (48),
Fall Meet. Suppl., Abstract V62C-02
Rogie J.,
Kerrick D., Sorey M. and
Chiodini G. (2000) Measurement
anf analysis of magmatic CO2 at Mammoth Mountain, California,
1997-2000. Eos Trans. AGU, 81
(48), Fall Meet. Suppl., Abstract V72D-12
Chiodini
G., Avino R., Caliro S., Cardellini C., Frondini F., Granieri D., Moretti
R., Russo M. (2001) – Volcanic-hydrothermal energy release at Solfatara
– OMES 2001, International Workshop on Optical Methods in Earth Sciences,
21-24 Marzo, 2001 Bacoli,
Napoli (Italy)
Chiodini
G., Avino R., Caliro S., Cardellini C., Frondini F., Granieri D., Moretti
R., Russo M. (2001) – The hydrothermal system of Vesuvio Volcano –
OMES 2001, International Workshop on Optical Methods in Earth Sciences,
21-24 Marzo, 2001 Bacoli,
Napoli (Italy)
Macedonio and
Chiodini (2001) Observation and modelling natural CO2 emissions in Italy.
Geophysical Research Abstracts, 3, Eur. Geoph. Soc. 26th General Assembly,
Nice, March 2001, p. 1080
Avino, R.;
Caliro, S.; Cardellini, C.; Chiodini, G.; Di Matteo, V.; Frondini, F.;
Granieri, D.; Moretti, R.; Russo, M (2001) Continuous and discontinuous
monitoring of CO2 soil diffuse degassing in volcanic sites: the case of
Solfatara (Campi Flegrei) and vesuvio volcanoes Abstracts, 3, Eur. Geoph.
Soc. 26th General Assembly, Nice, March 2001, GRA3
p. 272
Avino R.,
Caliro S., Cardellini C., Chiodini G., Di Matteo V., Frondini F., Granieri
D., Marini L., Moretti R., Russo M. - Hydrothermal activity at Vesuvio -
EGS XXVI General Assembly, 25-30 March, 2001 Nice (France)
Brombach, T.;
Chiodini,G.; Cardellini, C.; Marini, L.; Hunziker, J.C. Soil diffuse
degassing and thermal energy fluxes from the southern Lakki plain, Nisyros
(Greece) Abstracts, 3, Eur. Geoph. Soc. 26th General Assembly, Nice, March
2001, GRA3 p. 273
Ventura G.,
Chiodini G., Granieri D., Frondini F., Cardellini C., Russo M. -
Relationships between diffuse degassing and tectonic structures at Nisyros
and Campi Flegrei – EGS XXVI General Assembly, 25-30 March, 2001 Nice (France)
Chiodini
G., Caliro S., Cardellini C., Frondini F., Granieri D. - Diffuse soil
degassing at Solfatara volcano, Campi Flegrei (Italy) - EGS XXVI General
Assembly, 25-30 March, 2001 Nice (France)
c)
Rapporti di Sorveglianza
Chiodini
G., Avino R., Caliro S., Cardellini C., Granieri D., Russo M. (2000)-
Rapporto di sorveglianza Geochimica: Vesuvio II semestre 1999 - Rendiconto
sull´attività di sorveglianza II semestre 1999 (Luglio-Dicembre 1999) -
Osservatorio Vesuviano, Febbraio 2000, 31-37.
Avino
R., Caliro S., Cardellini C., Chiodini G., Di Matteo V., Frondini F.,
Granieri D., Moretti R., Peruzzi L., Russo M. (2000)
Rapporto di sorveglianza Geochimica: Vesuvio I semestre 2000 -
Rendiconto sull´attività di sorveglianza I semestre 2000
(Gennaio-Giugno 2000) - Osservatorio Vesuviano, Luglio 2000, 25-29.
Avino
R., Caliro S., Cardellini C., Chiodini G., Di Matteo V., Frondini F.,
Granieri D., Moretti R., Peruzzi L., Russo M. (2000)
Rapporto di sorveglianza sulla Geochimica: Campi Flegrei I semestre
2000 - Rendiconto sull´attività di sorveglianza I semestre 2000
(Gennaio-Giugno 2000) - Osservatorio Vesuviano, Luglio 2000, 59-64.
Avino
R., Caliro S., Cardellini C., Chiodini G., Di Matteo V., Frondini F.,
Granieri D., Moretti R., Peruzzi L., Russo M. (2001) - Rapporto di
sorveglianza Geochimica: Campi Flegrei II semestre 2000 - Rendiconto
sull´attività di sorveglianza II semestre 2000 (Luglio-Dicembre 2000) -
INGV- Osservatorio Vesuviano, Febbraio 2001, 62-68.
Avino
R., Caliro S., Cardellini C., Chiodini G., Di Matteo V., Frondini F.,
Granieri D., Moretti R., Russo M. (2001)- Rapporto di sorveglianza
Geochimica: Vesuvio II semestre 2000 - Rendiconto sull´attività di
sorveglianza II semestre 2000 (Luglio-Dicembre 2000) - INGV- Osservatorio
Vesuviano, Febbraio 2001, 23-27.
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Sviluppo di un
sistema spettroscopico integrato per la rivelazione remota e in continua
di gas vulcanici
Coordinatore
scientifico del progetto
Paolo
De Natale – Primo Ricercatore
Istituto
Nazionale di Ottica Applicata (INOA)
Partecipanti al progetto
UR#
|
AFFERENZA
|
RESPONSABILE
|
1
|
INOA
|
P.
De Natale
|
2
|
Dip.
Sc.Amb., II Univ. Napoli-DSA
|
L.
Gianfrani
|
3
|
Cambridge
Univ.- CU
|
C.
Oppenheimer
|
4
|
Rice
Univ.- RU
|
F.K.
Tittel
|
OBIETTIVI
GENERALI
-
Task 1: Realizzazione degli spettrometri
-
Task 2: Misure spettroscopiche e test di laboratorio
-
Task 3: Misure in campo e analisi dati
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TASK
1 – Realizzazione degli spettrometri
UR
PARTECIPANTI: Tutte
–
responsabile Dr. Paolo De Natale
Obiettivi
-
Progettazione e realizzazione degli spettrometri DLS;
-
Modifiche agli spettrometri DFG e FTIR.
Gli
obiettivi per il primo anno di progetto, previsti nell´ambito del task 1
sono stati raggiunti. In particolare, è stato realizzato lo
spettrometro laser per la misura del rapporto di concentrazione CO2/H2O.
Quindi, si è realizzato il software per il controllo dello spettrometro,
per l´acquisizione dati e per l´analisi degli spettri. Poi, è stato
progettato e realizzato un primo spettrometro per la misura di variazioni
nel rapporto isotopico 13CO2/12CO2.
Sono
stati inoltre realizzati numerosi test degli apparati, con lo scopo di
ottimizzare le caratteristiche di precisione, accuratezza e risoluzione
temporale.
Come
descritto in dettaglio nella sez. Risultati I anno, è stato messo a punto
il software per l´acquisizione in modo automatico, da PC portatile, degli
spettri.
E´
stato anche messa a punto una routine di fit per l´analisi dei dati,
sempre riguardante gli spettrometri DLS.
Per
quanto riguarda lo spettrometro DFG, il principale obiettivo del primo
anno del programma di ricerca triennale è stato progettare un sistema
trasportabile per la rivelazione di gas, capace di misurare il rapporto
isotopico 13C/12C nell´anidride carbonica, ed
eseguire test di laboratorio. Questo sensore si basa su spettroscopia a
doppio fascio ad assorbimento diretto e utilizza la generazione di
differenza di frequenza (DFG) come sorgente spettroscopica di luce
coerente.
Come
è stato riportato alla Conferenza Optical Methods in Earth Sciences,
tenutasi a Bacoli dal 21 al 24 Marzo 2001, il sistema DFG è stato testato
con successo in ambiente vulcanico ed è quindi pronto ad essere impiegato
sui vulcani italiani previsti nel progetto. Nel corso dei mesi di
agosto-settembre, l´unità RU provvederà ad effettuare, negli Stati
Uniti, dei test sull´apparato, al fine di ottimizzare l´accuratezza
dell´apparato per la misura di rapporti isotopici.
Per
lo strumento FTIR, sono state modificate le ottiche di accoppiamento per
l´uso sul campo, come discusso nella proposta originaria, usando un
telescopio ad inseguimento solare anzichè un telescopio Newtoniano. Ciò
ha reso possibile le prime misure di flussi di gas vulcanici usando lo
FTIR (riportato da Duffell et al., 2001).
Nonostante
non fosse previsto nel progetto originario, il gruppo CU ha anche
effettuato i primi test di uno spettrometro UV compatto costruito dalla
Ocean Optics, direttamente sul campo, al vulcano Masaya, Nicaragua.
Al
fine di un utilizzo da parte degli spettrometri DLS ed, eventualmente del
DFG, sono state realizzate anche due speciali celle multi-passo (vedi
figura 1), in materiali resistenti ad un uso in campo, per aumentare la
sensibilità di rivelazione.

Figura
1. Celle
multi-passo da usare con gli spettrometri DLS e DFG.
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TASK
2 – Misure spettroscopiche e test di laboratorio
UR
PARTECIPANTI: Tutte
–
responsabile Dr. Livio Gianfrani
Obiettivi
-
Acquisizione di dati spettroscopici preliminari;
-
Prove in laboratorio degli spettrometri;
-
Verifica della possibilità di effettuare misure di rapporti
isotopici;
-
Prove incrociate degli spettrometri.
Come
previsto nel task 2, sono state effettuate prove in laboratorio degli
spettrometri DLS, sia per la rivelazione di rapporti di concentrazione
acqua/anidride carbonica, sia per la misura di rapporti isotopici. I
risultati di questo lavoro, effettuato dai gruppi INOA e DSA, è riportato
nella bibliografia allegata [2] ed ha consentito di testare l´apparato DLS
per ciò che riguarda i livelli di sensibilità, precisione e
riproducibilità nella misura di concentrazioni.
E´
stata verificata la possibilità di misurare rapporti isotopici, sia con
il DLS che con il DFG ed, attualmente, è in corso una ottimizzazione
delle procedure al fine di aumentare l´accuratezza della misura, sia in
laboratorio che sul campo.
Sono
state effettuate, in laboratorio, le misure preliminari di calibrazione
per la determinazione della concentrazione delle varie specie da rivelare.
Come
descritto nel task 3, e come è riscontrabile dai riferimenti
bibliografici allegati, tutti gli spettrometri sono stati testati, sia in
laboratorio che sul campo.
Prove
incrociate degli spettrometri sono state effettuate sul campo, come
descritto nel Task3.
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TASK
3 – Misure in campo e analisi dati
UR
PARTECIPANTI: Tutte
–
responsabile Dr. Paolo De Natale
Obiettivi
-
Test in campo dei quattro spettrometri;
-
Campagne coordinate presso l´isola di Vulcano, il Monte
Etna e la Solfatara per:
i. Misure di concentrazioni di HCl, CO2,
SO2, and H2S nelle emissioni vulcaniche;
ii.
Misure del rapporto di concentrazione CO2/H2O;
iii.
Misure del rapporto isotopico 13CO2/12CO2,
relativo allo standard;
-
Analisi dei risultati ottenuti ed interpretazione in chiave
geochimico-vulcanologica.
Nel
Programma per il I anno non sono state previste misure in campo, per
nessuno degli spettrometri, in quanto l´attività in campo era programmata
per il II e III anno.
Nonostante
ciò, tre degli spettrometri sono stati testati sul campo nel corso del I
anno di attività.
In
particolare, lo spettrometro DLS per la misura di rapporti di
concentrazione CO2/H2O
è stato provato alla Solfatara, mentre i sistemi DFG e FTIR sono stati
utilizzati simultaneamente sul vulcano Masaya, Nicaragua. E´ stata
lì effettuata l´acquisizione selettiva, in modo automatico, di spettri di
CO2, SO2, H35,37Cl, H2O, e CH4.
L´esito del test incrociato, sul campo, dei due spettrometri, è descritto
in dettaglio in [10]. Da questo riferimento si riporta la tabella
riassuntiva qui di seguito:
Gas
Species
|
DFG
Center Frequency
(cm-1)
|
DFG
Measured Concentrations
(Min
- Max) ppm
|
Field
Sensitivity (MDC)
|
DFG
|
FTIR
(mean)
|
CH4
|
3028.751
|
1.85
- 2.05
|
32
ppb
|
419
ppb
|
CO2
|
2388.640
|
374
- 567
|
3
ppm
|
30
ppm
|
H2O
|
2649.348
|
18000
- 21200
|
670
ppm
|
710
ppm
|
HCl
|
2843.624
|
MDC
- 0.175
|
15
ppb
|
15
ppb
|
SO2
|
2505.239
|
MDC
- 22.65
|
3
ppm
|
200
ppb
|
OBIETTIVI
I ANNO
Nel
programma del I anno di attività, erano stati inseriti i seguenti
obiettivi:
-
Progettazione e realizzazione dello spettrometro DLS per
misure del rapporto di concentrazione CO2/H2O.
-
Misure spettroscopiche preliminari su H2O, CO2 e 13CO2.
-
Realizzazione del sistema di controllo dello spettrometro
DLS, per l´acquisizione dati e l´analisi in tempo reale dei profili di
riga.
-
Preparazione e test dello spettrometro DFG per misure
in-situ e in tempo reale di concentrazione di HCl.
-
Modifiche allo spettrometro FTIR e implementazione del nuovo
sistema di rivelazione.
-
Programmazione di campagne di misura coordinate presso la
Solfatara e l´isola di Vulcano, previste nel secondo anno.
RISULTATI
I ANNO
Sistema DLS:
-
Sviluppi metodologici
E´
stato progettato e realizzato lo spettrometro DLS per misure del rapporto
di concentrazione CO2/H2O. Lo spettrometro, operante
con un laser a diodo (InGaAsP/InP) DFB con emissione a 2 micron, permette
di effettuare misure assolute di concentrazioni, simultaneamente per le
molecole di CO2 e H2O. Uno studio spettroscopico
preliminare, in questa regione spettrale, ha permesso di individuare la
coppia di transizioni vibro-rotazionali più adatte a tale scopo: la R(34)
della banda n1+2n2°+n3 per la CO2
e la 150,15->140,14 della banda n2+n3
per l´H2O. L´utilizzo di fibre ottiche del tipo comunemente
utilizzato per applicazioni in telecomunicazioni, nonostante la radiazione
a 2 micron si collochi al limite della finestra ottimale di trasmissione,
si è rivelato efficace ed ha consentito di implementare schemi per il
monitoraggio a distanza. In particolare, sono state realizzate due diverse
configurazioni, una basata su una cella a riflessioni multiple con cammino
ottico pari a 50 m e l´altra su una cella di lunghezza pari a circa 30
cm. Nel primo caso, la radiazione trasportata dalla fibra ottica viene
collimata in aria, e, dopo la propagazione nella cella multipasso, viene
immediatamente rivelata da un fotodiodo. Nel secondo caso, invece, dopo la
collimazione in aria e la propagazione nella cella, la radiazione viene
nuovamente iniettata in una fibra ottica. Le performance dello
spettrometro sono state verificate in laboratorio, attraverso una serie di
test sperimentali su miscele certificate di aria sintetica. La
riproducibilità nel breve termine (ossia misure ripetute di
concentrazione, su un dato campione d´aria, per un tempo dell´ordine
di qualche minuto) è risultata pari a circa 0.3 % e 0.5 %, per
concentrazioni ambiente di CO2 e H2O
rispettivamente. L´accuratezza, invece, è risultata migliore dell´1%.
Parallelamente,
si è realizzato uno studio spettroscopico, nella medesima regione
spettrale, per verificare la possibilità di effettuare misure del
rapporto isotopico 13CO2/12CO2.
Tra le numerose coppie di transizioni accessibili alla sorgente in uso, la
più adatta è risultata la R(18) del 13C e la R(44) del 12C,
considerando il favorevole rapporto d´intensità e la loro separazione
in frequenza. Tuttavia, il medesimo rapporto d´intensità presenta una
forte dipendenza dalla temperatura (con una variazione relativa di circa
1% per K), il che rappresenterebbe un limite stringente per misure in
campo. In tal senso, situazioni migliori possono essere trovate
nell´intorno di 2.007 micron. Per tale motivo, si sta attualmente
provvedendo ad acquisire un´altra sorgente laser a diodo con emissione
in questa regione spettrale. Ciò nonostante, si è implementato un primo
spettrometro per la rivelazione simultanea dei due isotopi, facendo
ricorso alla tecnica di Wavelength
Modulation Spectroscopy con rivelazione in terza armonica. Una prima
verifica della precisione nella misura del rapporto isotopico ha fornito
un promettente risultato, dell´ordine di 0.1 %.
-
Acquisizione dati
L´acquisizione
degli spettri avviene attraverso un oscilloscopio digitale, controllato da
computer, mediante una scheda GPIB. A tale scopo, è stato realizzato un
codice in BASIC che consente di effettuare la completa gestione
dell´oscilloscopio nonchè l´acquisizione degli spettri. Quest´ultima
è realizzata in doppia precisione, usando il formato binario, con due
byte per ciascun punto acquisito. Ciò ha permesso di ottenere una
risoluzione verticale di 16 bit.
Il
programma permette di acquisire fino a 999 spettri in automatica, con una
risoluzione temporale variabile a piacimento, con un limite inferiore di
500 ms. In corrispondenza di ciascuno spettro, viene acquisita anche la
temperatura del campione gassoso.
-
Interpretazione e modellistica
Per
le misure di concentrazione, gli spettri acquisiti vengono analizzati
mediante un programma in MATLAB, funzionante interamente in automatica.
L´analisi consiste in un best fit del profilo di riga, attraverso la
routine di Levenberg-Marquardt, e fornisce l´assorbanza integrale in cm-1.
Da quest´ultima, si ricava la concentrazione della specie sfruttando la
legge di Lambert-Beer. Nell´ambito dello stesso programma, si effettua
la calibrazione in frequenza degli spettri e si calcola il fattore di
calibrazione per la determinazione della concentrazione, ossia
l´intensità di riga S alla temperatura di lavoro, partendo dalla S
misurata ad una data temperatura di riferimento. Ciò viene effettuato per
entrambe le specie molecolari (H2O e CO2).
Sistema DFG:
-
Scelta delle righe per le misure di rapporto isotopico
Le
forti bande di assorbimento vibrazionale-rotazionale di 12CO2
e 13CO2, centrati
rispettivamente a 4.28 e 4.37 micron, forniscono molte coppie di righe che
sono adatte per la spettroscopia ad assorbimento diretto. Per scegliere la
coppia di righe più adatta, sono state considerate le seguenti
condizioni:
i. L´intensità delle due righe 13CO2
e 12CO2 deve essere quasi identica e la loro
separazione spettrale deve essere più piccola dell´intervallo in
frequenza della scansione laser (tipicamente 0.3 cm-1) in modo
che entrambe le righe dovrebbero essere nella finestra di scansione.
ii. La concentrazione prevista di CO2
nel gas delle fumarole è intorno a 10,000 ppm. Per evitare la saturazione
del segnale, il picco di assorbimento dovrebbe essere inferiore al 50%.
iii.
Il metodo di regressione lineare (descritto nella sezione
successiva) parte dal presupposto che la/le riga/righe 12CO2
sono spettralmente separate dalla/e riga/righe 13CO2.
Qualsiasi interferenza tra le due righe isotopiche deteriora la misura.
La
coppia di righe più adatta, che soddisfi cioè le esigenze sopra
elencate, è centrata a 2299.642 cm-1 (12CO2,
P41) e 2299.795 cm-1 (13CO2, R22). La
separazione spettrale di queste righe è 0.153 cm-1 ed i loro
FWHM (larghezza totale a metà altezza) sono 0.0177 cm-1 (12CO2)
e 0.01859 cm-1 (13CO2) a 100 Torr di
pressione totale. Dal momento che queste righe interferiscono solo con
altre righe dello stesso isotopo, la finestra di scansione può essere
facilmente divisa in due parti, una contenente le righe che appartengono
all´isotopo 13CO2, l´altra contenente le righe
che appartengono all´isotopo 12CO2.
-
Sensibilità alla temperatura
Dal
momento che la naturale abbondanza di 13C è circa l´1%, la
riga 12CO2 della coppia di righe precedentemente
menzionata deve essere una “riga debole” (paragonata alle altre righe
nella stessa branca), mentre la riga 13CO2 deve
essere una “riga forte”. In altre parole, per rendere la riga 12CO2
di intensità paragonabile, è necessario un fattore di Boltzmann
basso. Ciò significa che il livello di energia più basso appartenente
alla riga 12CO2 è molto più alto (1340 cm-1)
del livello di energia più basso della riga 13CO2
(197 cm-1). Calcoli dettagliati mostrano che per misurare il
valore di d
con una precisione dell´1 0/00, la temperatura
deve essere stabilizzata a 50mK. Per ottenere questa bassa differenza di
temperatura tra il gas di riferimento ed il campione, il gas campione è
stato passato attraverso un tubo lungo 1 m avvolto attorno alla cella.
-
Esperimento e analisi dei dati
La
radiazione DFG generata è stata divisa in due fasci. Il primo fascio
passava attraverso la cella di riferimento riempita con gas CO2
calibrato (d=-7.42,
Cambridge Isotope Laboratories, Inc.) e il secondo passava attraverso la
cella campione. I segnali di riferimento e quello campione sono stati
misurati simultaneamente utilizzando due rivelatori MCT e due schede di
acquisizione dati. I percorsi ottici del fascio di riferimento e del
fascio campione sono stati attentamente bilanciati. Inoltre, per
minimizzare ogni errore, introdotto dalle differenti lunghezze dei
percorsi, la parte in aria del percorso del fascio (zona di generazione
DFG, cella, rivelatori) è stata posta all´interno di una scatola (15cm
X 30cm X 45cm) detersa con N2. Un ulteriore vantaggio della
pulitura è che l´elevato fondo di assorbimento determinato dalla CO2
atmosferica può essere eliminato. I dati e i canali di riferimento sono
stati successivamente riempiti di N2 per misurare le linee di base (cioè
il fondo in assenza di CO2).
La
regressione lineare fornisce un semplice metodo per valutare i dati
misurati. Le finestre di scansione (sia quella per il riferimento che per
il campione) sono divise in due parti in modo che le righe appartenenti ad
isotopi differenti siano separati. L´assorbanza nel canale di
riferimento può essere rappresentata come una funzione dell´assorbanza
nel canale campione. L´inclinazione della curva lineare “fittata”
produce il rapporto di concentrazione per entrambi gli isotopi (12Csample/12Creference
e 13Csample/13Creference). Dal
momento che il rapporto isotopico nel canale di riferimento è conosciuto
(Cº13Creference/12Creference),
il rapporto isotopico nel canale campione può essere calcolato come:

I
nostri primi risultati mostrano che siamo in grado di misurare i valori di
d
in laboratorio con un´accuratezza di ±
2. Stiamo programmando di ottimizzare e testare ulteriormente il sistema
usando un tasso di flusso più basso e parametri di acquisizione ottimali.
Sistema FTIR:
L´adeguatezza
del sistema FTIR per misure in campo è testimoniata dai risultati più
recenti, riportati in [10, 12, 14]. Le ottiche di accoppiamento sono state
modificate, come previsto nel progetto.
Nel
mese di Marzo 2001 si è svolto un Workshop internazionale dal titolo Optical
Methods in Earth Sciences, organizzato dai gruppi partecipanti al
nostro Progetto e sponsorizzato da vari Enti, tra cui GNV ed INGV. Nel
corso di questa conferenza, a cui hanno partecipato molti rappresentanti
dei principali gruppi di ricerca europei ed americani, è stato possibile
fare il punto sulle più avanzate metodologie ottiche applicate alle
Scienze della Terra.
Un
volume speciale della rivista Optics
and Lasers Engineering, edita dalla Elsevier, attualmente in preparazione e la cui pubblicazione è prevista
entro l´anno, raccoglierà in modo organico i risultati principali
presentati nel corso della Conferenza, costituendo pertanto un importante
riferimento bibliografico per tutti i gruppi che operano nel settore.
Durante
la Conferenza, è stato possibile discutere, con i partecipanti al
Progetto i risultati preliminari ottenuti ed è stato possibile
pianificare le campagne di misura per i due anni successivi. E´ risultato
peraltro di estrema importanza confrontare i risultati e le metodologie
riguardanti il nostro Progetto con i partecipanti ad altri Progetti GNV,
oltre che con gli altri partecipanti al Workshop.
PRODOTTI
DELLA RICERCA
-
n° 19 pubblicazioni su riviste internazionali
-
n° 4 pubblicazioni su atti di convegni
-
n° 4 presentazioni a convegni
-
n° 2 articoli giornalistici su riviste specializzate
ELENCO
PUBBLICAZIONI (includendo lavori in stampa e sottomessi)
De Natale P,
Gianfrani L, and De Natale G. Optical methods for monitoring of volcanoes:
techniques and new perspectives. J. Volc. Geotherm. Res., in press (2001).
Gianfrani L,
De Natale P. Remote measurements of volcanic gases with a
diode-laser-based spectrometer. Optics and Photonics News 11:
44 (2000).
Gagliardi G,
Restieri R, De Biasio G, De Natale P, Cotrufo F, and Gianfrani L.
Quantitative diode-laser absorption spectroscopy near 2 m
and high precision measurements of CO2 concentration. Rev. Sci. Instr., in
press (2001).
Gagliardi G,
Restieri R, Casa G, and Gianfrani L. Chemical and isotopic analysis using
diode laser spectroscopy: applications to volcanic gas monitoring. Opt.
Las. Eng., in press (2001).
Gagliardi G,
Restieri R, Casa G, and Gianfrani L. Gas concentration measurements in
volcanic flows using diode laser spectroscopy. International workshop on
Optical Methods in Earth Sciences, Bacoli, 21-24 Marzo 2001.
D. Mazzotti,
G. Giusfredi, P. Cancio, P. De Natale High sensitivity spectroscopy of CO2
around 4.25 micron with difference-frequency radiation. Opt. Las. Eng., in
press (2001).
P. De Natale
Novel optical techniques for gas monitoring. Proceedings of the
International workshop on Optical Methods in Earth Sciences, Bacoli, 21-24
Marzo 2001.
G. De Natale
e P. Ferraro Optical fiber
Bragg gratings as strain sensors for monitoring of seismic areas, Opt.
Las. Eng (in press. Nov. 2001).
G. De Natale,
Tectonic and volcanic monitoring for geodynamical studies and hazard
estimation. Proceedings of the International workshop on Optical Methods
in Earth Sciences, Bacoli, 21-24 Marzo 2001
Richter, D.,
Erdelyi, M., Curl, R.F., Tittel, F.K., Oppenheimer, C., Duffell, H.J., and
Burton, M., Field measurement
of volcanic gases using tunable diode laser based mid-infrared and Fourier
transform infrared spectrometers, Opt. Las. Eng (in press. Nov. 2001).
F. K. Tittel,
D. Richter, M. Erdelyi, C. Oppeinheimer, H. J. Duffell, R. L. Jones and M.
Burton: Volcanic gas emission measurements using tunable mid-infrared
diode laser based spectroscopy, Proceedings International Workshop on
Optical Methods in Earth Sciences, Bacoli, Napoli,
Italy, March 21-24,
2001
Oppenheimer,
C., Burton, M.R., Durieux, J., and Pyle, D.M., Open-path Fourier transform
spectroscopy of gas emissions from a carbonatite volcano: Oldoinyo Lengai,
Tanzania, Opt. Las. Eng (in press. Nov. 2001).
Edmonds, M.,
Pyle, D., and Oppenheimer, C., HCl emissions at Soufriere Hills Volcano,
Montserrat, West Indies, during ths second phase of dome-building:
November 1999 to October 2000, Bulletin of Volcanology, in press 2001.
Duffell, H.,
Oppenheimer, C., and Burton, M.R., Volcanic SO2 and HCl emission rates
measured by solar occultation spectroscopy, Geophysical Research Letters,
in press 2001.
Horrocks,
L.A., Oppenheimer, C., Burton, M.R., Open-path Fourier transform infrared
spectroscopy of SO2: an empirical sensitivity analysis, with implications
for volcano monitoring, Journal of Geophysical Research-Atmospheres, in
press 2001.
Oppenheimer,
C., Edmonds, M., Francis, P., and Burton, M.R., Variation in HCl/SO2 gas
ratios observed by Fourier transform spectroscopy at Soufrière Hills
Volcano, Montserrat, in The eruption of Soufrière Hills Volcano,
Montserrat, from 1995 to 1999. Geological Society, London, Memoir
(eds., Druitt, T., and Kokelaar, P.), in press 2001.
Watson, I.M.,
and Oppenheimer, C., Particle-size distributions of ash-rich volcanic
plumes determined by sun photometry, Atmospheric Environment, 35,
3561-3572 (2001).
Edmonds, M.,
Pyle, D., and Oppenheimer, C., A model for degassing at the Soufrière
Hills Volcano, Montserrat, West Indies, based on geochemical data, Earth
and Planetary Science Letters, 186, 159-173 (2001).
Burton, M.R.,
Oppenheimer, C., Horrocks, L.A., Francis, P.W., Diurnal changes in
volcanic plume chemistry observed by lunar and solar occultation
spectroscopy, Geophysical Research Letters, 28, 843-846 (2001).
Burton, M.R.,
Oppenheimer, C., Horrocks, L.A., and Francis, P.W., Remote sensing of CO2
and H2O emission rates from Masaya volcano, Nicaragua, Geology, 28,
915-918 (2000).
Francis, P.,
Horrocks, L., and Oppenheimer, C., Monitoring gases from andesite
volcanoes, Philosophical Transactions of the Royal Society, 358, 1567-1584
(2000).
Watson, I.M.,
Oppenheimer, C., Voight, B, Francis, P.W.,. Clarke, A., Stix, J., Miller,
A., Pyle, D.M., Burton, M.R., Young, S.R., Norton, G., Loughlin, S.,
Darroux, B., and MVO Staff, The relationship between degassing and
deformation at Soufriere Hills volcano, Montserrat, Journal of Volcanology
and Geothermal Research, 98, 117-126 (2000).
Watson, I.M.,
and Oppenheimer, C., 2000, Particle size distributions of Mt. Etna´s
aerosol plume constrained by sun-photometry, Journal of Geophysical
Research-Atmospheres, 105, 9823-9830 (2000).
Articoli
giornalistici riguardanti il Progetto pubblicati su riviste specializzate:
Opto&Laser
Europe, Telecoms devices probe
volcanic gases, 82, p.11 (2001).
Opto&Laser
Europe, Sensors working overtimes,
85, pp.37-38 (2001).
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Innovazione
tecnologica ed automazione nelle applicazioni integrate dei metodi elettromagnetici e dei campi di
potenziale in aree vulcaniche attive
Coordinatore scientifico del progetto
Ciro
Del Negro – Ricercatore
Sezione
di Catania, INGV – Piazza Roma 2 – 95123 Catania
Partecipanti al Progetto
Ur#
|
Afferenza
|
Responsabile
|
A.1
|
Dip.
di Scienze Fisiche, Università di Napoli
|
Domenico
Patella
|
A.2
|
Dip.
di Geologia, Paleontologia e Geofisica, Università di Padova
|
Annalisa
Zaja
|
A.3
|
Dip.
di Geologia e Geofisica, Università di Bari
|
Domenico
Schiavone
|
B.1
|
Sezione
di Roma 2 – Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia
|
Antonio
Meloni
|
B.2
|
Ist.
di Metodologie Avanzate di Analisi Ambientale – CNR, Potenza
|
Vincenzo
Lapenna
|
B.3
|
Dip.
Elettrico, Elettronico e Sistemistico – Università di Catania
|
Giuseppe
Nunnari
|
B.4
|
Dip.
di Geofisica e Vulcanologia, Università di Napoli
|
Maurizio
Fedi
|
C.1
|
Sezione
di Catania – Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia
|
Gennaro
Budetta
|
C.2
|
Sezione
di Catania – Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia
|
Ciro
Del Negro
|
C.3
|
Dip.
Elettrico, Elettronico e Sistemistico – Università di Catania
|
Luigi
Fortuna
|
OBIETTIVI
GENERALI
Lo scopo del progetto
è l´applicazione di un approccio geofisico multi-metodologico che
integri i metodi elettromagnetici e dei campi di potenziale per
contribuire alla comprensione della struttura fisica e della dinamica dei
vulcani attivi. Per raggiungere questi obiettivi s´intende migliorare il
potere investigativo dei metodi elettromagnetici e dei campi di potenziale
attraverso (i) lo sviluppo di adeguate metodologie di inversione
integrata, (ii) l´applicazione di tecnologie avanzate per
l´elaborazione dei segnali registrati in continuo e (iii)
l´automatizzazione dei processi di controllo e di gestione e dei
rilevamenti in tempo reale. I risultati attesi dovrebbero consentire di
migliorare la comprensione dei processi vulcanici, aumentare
l´efficienza del controllo dei vulcani e accrescere, in modo
sostanziale, la capacità di predire la ripresa dell´attività vulcanica
attraverso l´osservazione e l´interpretazione di insiemi completi di
parametri fisici, basata su dati multidisciplinari.
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TASK
1 - Tomografie integrate dei campi di potenziale ed elettromagnetici in
ambiente vulcanico
UR
PARTECIPANTI: URA.1, URA.2, URA.3
OBIETTIVI
I ANNO
è
stata effettuata l´elaborazione e l´applicazione di un nuovo metodo
d´inversione tomografica integrata di dati elettro-magnetici e
gravitazionali. La tomografia 3D è stata impostata per ogni situazione di
geometria complessa con superficie topografica irregolare. Lo scopo è di
riconoscere la presenza di sorgenti d´anomalie primarie o indotte e di
fornirne l´ubicazione in senso probabilistico.
Per il monitoraggio
delle aree vulcaniche attive, sono stati valutati i poteri diagnostici dei
metodi del Potenziale Spontaneo (PS) e della Geoelettrica dipolare (GE).
La metodologia PS è maggiormente utile per l´analisi delle parti più
superficiali di un vulcano, mentre quella GE, integrata con sondaggi
magnetotellurici (MT) fornisce informazioni anche sulla dinamica delle
parti profonde.
è stata avviata la
caratterizzazione elettrica del versante SE dell´Etna, utilizzando le
metodologie PS, GE e MT. In particolare, i risultati delle misure di PS e
le relative inversioni tomografiche, oltre a fornire indicazioni di
dettaglio sulle strutture più superficiali e sulla loro dinamica tramite
misure ripetute nel tempo, serviranno da vincolo per l´analisi dei rilievi
GE e MT.
RISULTATI
I ANNO
-
Sviluppi metodologici
è
stata sviluppata la teoria e verificato l´algoritmo di calcolo della
tomografia di probabilità 3D integrata per ogni situazione di geometria
complessa con superficie topografica irregolare. è stata applicata con
successo all´analisi di dati geofisici integrati disponibili nelle aree
vulcaniche del Vesuvio, Etna e Vulcano [UR A.1].
-
Acquisizione
dati
è
stata acquisita una nuova apparecchiatura per rilievi magnetotellurici e
sono in corso i test di funzionalità. è in corso la campagna di rilievi
geoelettrici dipolari (GE), ed è stato predisposto il progetto di nuove
misure SP e MT sul versante SE dell´Etna [UR A.1].
-
Modelli MT preliminari
è
stato condotto uno studio preliminare del versante SE dell´Etna
costruendo alcuni modelli diretti 3D, basandosi su precedenti
interpretazioni geologiche e geofisiche. Questo lavoro di modellistica è
stato intrapreso per pianificare una corretta disposizione dei sondaggi
elettromagnetici MT e TEM, che saranno eseguiti nella seconda metà del
mese di luglio 2001 [UR A.2].
-
Rielaborazione
dei dati gravimetrici
è
stato implementato un nuovo programma di calcolo per eseguire la
correzione di Bouguer in aree con variazioni significative della
superficie topografica. Con questa routine è stata effettuata la
riduzione delle 948 stazioni gravimetriche precedentemente acquisite
sull´Etna [UR A.3].
PRODOTTI
DELLA RICERCA
-
n° 6 pubblicazioni su riviste internazionali
-
n° 4 presentazioni a convegni
-
n° 1 software per la tomografia di probabilità 3D
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TASK
2 - Innovazione tecnologica e metodologica nel monitoraggio dell´attività
vulcanica
UR
PARTECIPANTI: UR B.1, UR B.2, UR B.3, UR B4
OBIETTIVI
I ANNO
Nell´ottica di
portare rapidamente le osservazioni gravimetriche, magnetiche ed
elettriche in continuo a livelli di applicazione di punta per il controllo
dei vulcani attivi, è necessario accelerare tutti i processi capaci di
affinare le tecniche di acquisizione dei dati e migliorare la capacità di
riconoscere nei segnali gli “eventi”. Le principali problematiche
affrontate possono essere così riassunte:
a)
sviluppo e la sperimentazione di strumenti dedicati ad
operare in aree vulcaniche;
b)
applicazione di metodologie statistiche avanzate per
ottenere un criterio di valutazione dell´affidabilità dei segnali
gravimetrici, magnetici ed elettrici quali precursori di eventi vulcanici;
c)
modellizzazione
diretta ed inversa eseguita simultaneamente su dati geofisici acquisiti
mediante osservazioni multi-metodologiche.
RISULTATI
I ANNO
-
Nuova strumentazione
è
stato progettato e sperimentato presso l´osservatorio geomagnetico di
L´Aquila un prototipo di magnetometro flux-gate tri-assiale
autolivellante da utilizzare in aree vulcaniche [UR B.1].
-
Sviluppi
metodologici
Sono stati state
messe a punto un ampio spettro di metodologie e tecniche per il
pre-processing, e la successiva caratterizzazione dinamica dei segnali
geoelettrici ed elettromagnetici. Prima, sono state sviluppate tecniche
per il “denoising” delle
serie temporali, ovvero per la rimozione di ogni possibile disturbo, sia
climatico che antropico. Particolare attenzione è stata rivolta al
problema dei “data missing”
che è una situazione riscontrabile di frequente nelle attività di
monitoraggio geofisico. La presenza di “data
missing” ha richiesto l´uso di tecniche di analisi spettrale,
diverse dalla classica FFT, infatti le stime degli spettri di densità di
potenza sono state eseguite con il Lomb
Periodogram Method. Successivamente, l´attività di ricerca è stata
rivolta allo sviluppo di tecniche avanzate (modelli autoregressivi,
tecniche frattali e multifrattali, variogrammi) per la caratterizzazione
dinamica dei segnali geoelettrici. Le tecniche sviluppate sono state
applicate e testate nell´analisi delle serie temporali archiviate nella
banca dati, organizzata e gestita dall´IMAAA, che contiene oltre 100.000
dati geoelettrici misurati in aree sismicamente attive [UR B.2].
è
stato anche avviato uno studio per applicare i metodi basati sulla teoria
dei filtri predittivi all´identificazione e alla caratterizzazione di
eventi di carattere vulcanomagnetico a partire da dati di reti di
monitoraggio magnetico. Questi metodi affrontano il problema generale di
stima in cui un campione di ognuna delle varie sequenze misurate viene
predetto, in modo adattivo, da combinazioni lineari pesate dei campioni
passati di altre sequenze, consentendo così di valutare la mutua
correlazione tra i segnali stessi. Come caso particolare c´è ovviamente
anche la ricostruzione del segnale ad un dato istante sulla base di una
combinazione lineare pesata dei dati passati dello stesso segnale.
L´analisi predittiva permette di evidenziare degli intervalli temporali
dove sono presenti importanti variazioni statistiche del segnale, dette
anche aree di non stazionarietà. Per analizzare le variazioni statistiche
dei segnali al variare del tempo è stato implementato un algoritmo RLS (Recursive
Least Squares), che fornisce una stima pesata dei campioni in input al
predittore [UR B.4].
-
Interpretazione
e modellistica
Sono
stati definiti, in base agli studi esistenti in letteratura, i
modelli interpretativi delle variazioni di campo gravimetrico e magnetico
in aree vulcaniche ed è stato implementato un software
package per la generazione diretta di dati sintetici conseguenti
all´intrusione di magma in un ipotetico dicco [UR B.3].
PRODOTTI
DELLA RICERCA
-
n. 7+1
+1 publications on international journals
-
n. 10
publications on national journals, proceedings of national and
international conferences technical reports
-
data
bank
-
n. 3 + 0
+1 software packages
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TASK
3 - Approcci non tradizionali per l´elaborazione automatica di dati
acquisiti da reti di monitoraggio vulcanico
UR
PARTECIPANTI: UR C.1, UR C.2, UR C.3
OBIETTIVI
I ANNO
Al fine di rendere
disponibile una base per una risposta in tempo reale in presenza di eventi
eruttivi si vuole realizzare un sistema automatico che partendo dalla
ricostruzione del comportamento fisico del vulcano fornisca un modello e
che, quando sono disponibili dati on-line, permetta di osservare e
prevedere la propagazione/evoluzione dei fenomeni. Le strutture di calcolo
classiche risultano inadeguate a risolvere problemi di questo tipo, che
richiedono di generalizzare il contenuto informativo di un certo numero di
casi. è sorta, pertanto, la necessità di ricorrere a paradigmi
computazionali innovativi che operando in maniera integrata possano
affrontare efficacemente tali problemi. In particolare ci si riferisce a
quelle tecniche denominate soft computing che si prestano anche alla
risoluzione di problemi che richiedono l´intervento di esperti umani in
fase di elaborazione delle informazioni e che danno una stima
dell´incertezza con la quale viene ottenuto il modello di un sistema
dinamico (il vulcano), avendo a disposizione coppie di valori
ingresso-uscita.
RISULTATI
I ANNO
-
Sviluppi
metodologici
Sono
state implementate diverse strategie di elaborazione numerica, sia di
natura lineare sia non lineare, per aumentare la significatività dei dati
ed estrarre dai dati la maggior quantità di informazione possibile.
L´attenzione fu dedicata ai seguenti compiti:
1.
ammodernamento di una stazione gravimetrica pre-esistente
per esperimenti sui fenomeni perturbatori della gravità. è stato
progettato e sperimentato un nuovo sistema di termostatazione del
gravimetro. Per ridurre le variazioni di temperatura entro il decimo di °C
e per ottimizzare il bisogno di energia, è stato utilizzato un sistema di
controllo basato sulla Fuzzy-logic [UR C.1].
2.
sviluppo di software in ambiente LabView per la gestione
veloce dell´analisi dei dati gravimetrici.
Il software consente una rapida analisi visiva preliminare, molto
importante per orientare i successivi passi nel trattamento dei dati e in
particolare per definire le strategie per rimuovere l´effetto dei
perturbatori esterni (essenzialmente meteorici) [UR C.1].
3.
sviluppo di modelli di influenza dei perturbatori di natura
meteorologica sulla gravità. Per modellizzare la relazione tra il segnale
gravimetrico e i possibili perturbatori sono in fase di test algoritmi di
tipo sia lineare che non lineare (Neuro-Fuzzy) che tengono anche conto del
ritardo di fase tra segnale perturbante e segnale perturbato [UR C.1].
4.
Sviluppo di un software grafico per la modellizzazione
vulcanomagnetica (VMM). Sono state implementate in un´unica procedura
sotto MatLab le espressioni analitiche di Okada, per il calcolo dei campi
di dislocazione e di stress, di Muratami, per il campo elettrocinetico, e
di Sasai ed Utsugi, per il campo piezomagnetico. Questa procedura è stata
installata anche sul nostro website, all´indirizzo alpha.iiv.ct.cnr.it,
per applicazioni remote via internet [UR C.2].
5.
Applicazione delle Reti Neurali Artificiali come
classificatore di segnali magnetici. Per la generazione dei campioni è
stato utilizzato il simulatore VMM [UR C.2].
6.
Progettazione e sviluppo di una consolle tecnologicamente
avanzata per il controllo a distanza di sensori magnetici vettoriali e di
sistemi software con un alto livello d´automazione e flessibilità per
il trattamento remoto dei dati magnetici [UR C.2].
7.
Applicazione di tecniche di calcolo non convenzionali,
tipiche dell´ingegneria della conoscenza, per l´identificazione e la
valutazione di transienti magnetici. è stato condotto uno studio per la
predizione delle tempeste magnetiche in aree vulcaniche [UR C.3].
Infine,
è stata finanziata l´attivazione di un Dottorato di Ricerca di
Ingegneria Elettronica ed Automazione avente come specifico argomento lo Sviluppo
di Architetture Intelligenti per il Monitoraggio e il Controllo di Sistemi
Complessi. Il dottorato è stato articolato in modo da svolgere
l´attività di studio all´Università di Catania (coordinatore Prof.
L. Fortuna) e l´attività di ricerca presso la Sezione di Catania
dell´INGV (tutore Dr. C. Del Negro).
PRODOTTI
DELLA RICERCA
-
n° 9 pubblicazioni su riviste internazionali
-
n° 4 pubblicazioni su riviste nazionali, atti,
presentazioni a convegni, rapporti tecnici, etc
-
n° 2 banche dati
-
n° 2 codici di calcolo
ELENCO
PUBBLICAZIONI
Mauriello,
P., Patella, D., Petrillo, Z. and Siniscalchi, A., 2000: An integrated
magnetotelluric study of the Mt.Etna volcanic structure. Annali di
Geofisica, vol.43, n.2, 325-342.
Mauriello, P.
and Patella, D., 2000: A physical pattern recognition approach for 2D
electromagnetic induction studies. Annali di Geofisica, Vol.43, n.2,
343-360.
Mauriello, P.
and Patella, D., 2001: Gravity probability tomography: a new tool for
buried mass distribution imaging. Geophysical Prospecting, vol.49, n.1,
1-12.
Mauriello, P.
and Patella, D., 2001: Localization of maximum-depth gravity anomaly
sources by a distribution of equivalent point masses. Geophysics, vol.66,
n.5, .
Vanorio, T.,
Prasad, M., Patella, D. and Nur, A., 2001: An experimental study of
petrophysical properties of volcanic rocks from Etna and Phlegrean Fields.
In press on Geophysical Journal International.
Iuliano, T.,
Mauriello P. and Patella, D., 2001: Looking inside Mount
Vesuvius by potential fields integrated
geophysical tomographies. In press on Journal of Volcanology and
Geothermal Research.
Mauriello, P.
and Patella, D., 2001: Magnetic buried sources discrimination by
probability tomography. Submitted to Geophysical Prospecting.
Iuliano, T.,
Mauriello, P. and Patella, D., 2001: Advanced magnetic visualization of
the Mt.Vesuvius shallow plumbing system by probability tomography. Submitted
to Annali di Geofisica.
Colangelo,
G., Lapenna, V., Vallianatos, F. and Nomikos, C. (2000). Investigating
the time dynamics of geoelectrical signals measured in two seismotectonic
environments of Mediterranean region: the Southern
Apennine chain (Southern
Italy) and the Hellenic arc (Crete
Island, Greece).
Annali di Geofisica, Vol.43, N.23,
391-408.
Cuomo,
V., Lanfredi, M., Lapenna, V., Macchiato, M., Ragosta, M. and Telesca, L.
(2000). Antipersistent dynamics in short time scale variability of
self-potential signals, Annali di Geofisica, Vol.43, N.23, 271-278.
Cuomo,
V., Lapenna, V., Macchiato, M., Marson, I., Paparo, G., Patella, D.,
Piscitelli, S. (2000). Geoelectrical and
seismoacoustic anomalous signals jointly recorded close to an active fault
system in Southern Apennine
(Italy). Physics and Chemistry of the Earth, Vol. 25, No.3, 255-261.
Lapenna, V.,
Macchiato, M., Piscitelli, S. and Telesca, L. (2000). Scale invariance
properties in seismicity of Southern Apennine
chain (Italy). Pure and Applied
Geophysics, 157, 589-601.
Cuomo,V.,
Di Bello, G., Lapenna, V., Piscitelli, S., Telesca, L., Macchiato, M. and
Serio, C., (2000). Robust statistical methods to
discriminate extreme events in geoelectrical precursory signals:
earthquake prediction. Natural
Hazard, 21, 247-261.
Cuomo,
V., Di Bello, G., Heinicke, J., Lapenna,V., Martinelli, G., Piscitelli, S.
and Telesca, L. (2001). Investigating the
temporal fluctuations in geoelectrical and geochemical signals jointly
measured in a seismic area of southern Apennine chain (Italy), Annali di
Geofisica (accepted).
Telesca,
L., Cuomo, V., Lapenna, V. and Macchiato, M. (2001).
Intermittent-type temporal fluctuations
in seismicity of the Irpinia (southern Italy) region, Geophys. Res.
Lett., (accepted).
Fedi
M., La Manna M., Palmieri F., (2001). Non
stationary analysis of geomagnetic time sequences from
Mt.Etna and North Palm Springs
earthquake, PAGEOPH, (submitted).
Nunnari, G.,
Bertucco, L., (2001). A new software tool for synthetic gravity, magnetic
and ground deformation data generation. (in preparation).
Andò, B.
& Carbone, D., 2001. A Methodology for Reducing the Signal from a
Continuously Recording Gravity Meter for the Effect of Meteorological
Parameters. IEEE Transactions on Instrumentation and Measurement, in
press.
Carbone, D.,
Budetta, G., Greco, F. and Rymer, H., 2001. Combined discrete and
continuous gravity observation at Mt Etna. Paper presented at the EUG XI,
Strasbourg - 8th-12th April 2001.
Del
Negro, C. & F., Ferrucci (2000). Volcanomagnetic
effects at Vulcano Island (Aeolian archipelago,
Italy). Geophysical Journal International, 140, 83-94.
Del Negro,
C., Ferrucci, F. & Napoli, R., 2000. A review of the volcano-magnetic
effects observed between 1981 and 1995 on Mount
Etna (Italy), Phys. Chem.
Earth, 25, 725-730.
Del
Negro, C. & Napoli, R. (2001). Ground and
marine magnetic surveys of the lower eastern flank of Etna volcano (Italy).
J. Volcanol. Geotherm. Res.,
(accettato per la stampa).
Del
Negro, C. & Hashimoto, T., 2001. A gui-based
computation of the volcanomagnetic fields and its application to some
Italian volcanoes. Geophys. J.
Int., sottoposto.
Del
Negro, C., Napoli, R. & Sicali A., 2001. Automated
system for magnetic monitoring of active volcanoes, Bull. Volcanol., sottoposto.
Del
Negro, C., Ferrucci, F., Napoli, R., 2001. Marine magnetic investigation
of the submarine base of Mt. Etna and Iblei mountains, Annali di
Geofisica, sottoposto.
Andò, B., S.
Graziani, Stochastic Resonance: Theory and Applications, Kluwer Academic
Publishers, 2000.
Arena,
P., S. Baglio, L. Fortuna, S. Graziani, Analog Cellular Networks for
Multisensor Fusion and Control, IEEE Trans. On
Circuits and Systems-I: Fundamental Theory and Applications, Vol. 47, N.
9, Settembre 2000, pp. 1378‑1382.
Andò, B., S.
Graziani, Noise tuning in stochastic systems, Int J. of
Elect., Vol. 87, No. 6, Giugno 2000, pp. 659-666.
Andò, B., S.
Graziani, Adding noise to Improve Measurement, IEEE Instrumentation &
Measurement Magazine, Vol.4, No.1, Marzo 2001, pp. 24-31.
Del Negro,
C., G. Currenti, L. Fortuna, Application of non-conventional techniques
for magnetic monitoring of active valcanoes, EUG XI
8 – 12 April 2001, Strasburgo,
Francia.
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Caratteristiche
chimiche ed isotopiche dei gas e delle acque del Vesuvio, Campi Flegrei,
Ischia e Vulcano: valutazione del rischio vulcanico
Coordinatore
scientifico del progetto
Prof.
Stanzione Damiano - Professore Ordinario
Dipartimento
di Scienze della Terra - Università degli Studi di Napoli Federico II
Partecipanti
al progetto
UR#
|
AFFERENZA
|
RESPONSABILE
|
1
|
Dip.to
Scienze della Terra
Univ.
di Napoli FEDERICO II
|
Stanzione
Damiano
|
2
|
Dip.to
Scienze della Terra
Univ.
di Napoli FEDERICO II
|
Pece
Raimondo
|
3
|
Dip.to
Scienze Ambientali
Univ.
di Napoli 2 |
Tedesco
Dario
|
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OBIETTIVI
GENERALI
L´obiettivo
di questo progetto è quello di valutare grazie ad uno studio
multidisciplinare le caratteristiche chimiche ed isotopiche delle sorgenti
profonde e superficiali dei fluidi emergenti nei sistemi vulcanici del
Somma-Vesuvio, dei Campi Flegrei, dell´isola d´Ischia e dell´isola
di Vulcano. Lo scopo sarà perseguito attraverso lo studio:
-
chimico-isotopico delle acque sotterranee (specie maggiori, minori ed in
traccia, ∂18O, ∂D e ∂13C);
-
dei gas radioattivi presenti nelle acque, nei suoli e nelle fumarole;
-
degli isotopi dei gas rari (attraverso lo studio dei gas intrappolati nei
fenocristalli e dai gas fumarolici).
Nell´interpretazione
dei dati ottenuti, si terrà conto di diversi parametri quali:
-
il ruolo della tettonica locale in ciascuna area presa in esame;
-
l´evoluzione cronologica della possibile regione sorgente dei fluidi
-
l´importanza delle possibili modificazioni indotte dall´interazione
tra i fluidi profondi con i gas e gli acquiferi superficiali, con le rocce
incassanti e con l´atmosfera.
Si
cercherà in tal modo di comprendere le variazioni chimiche ed isotopiche
osservate sia nei prodotti vulcanici emessi in passato sia nei fluidi
attualmente circolanti nelle aree studiate.
Le
misure effettuate durante tale progetto e quelli già esistenti in
letteratura costituiranno un prezioso data-base i cui dati potranno essere
utilizzati per meglio caratterizzare i meccanismi e le dinamiche che
avvengono nei sistemi vulcani studiati.
OBIETTIVI
I ANNO
Mantenimento
e ulteriore sviluppo delle reti di monitoraggio geochimico delle acque
sotterranee.
Tale
obiettivo è perseguito attraverso le seguenti linee programmatiche:
1)
Individuazione delle zone di particolare interesse per lo
studio del sistema profondo sulla base dei dati pregressi;
2)
Inizio attività di monitoraggio geochimico su selezionati
punti d´acqua nelle aree di interesse;
3)
Prime analisi su elementi in traccia presenti nelle acque
dell´area vulcanica dei Campi Flegrei
Campagne
di misura della composizione chimica, isotopica e radioattività delle
acque nei sistemi vulcanici. Il programma prevede il campionamento
periodico di acque sotterranee e fluidi fumarolici. La frequenza di questi
campionamenti sarà bimestrale per i sistemi vulcanici del Somma-Vesuvio e
dei Campi Flegrei; e semestrale per l´isola di Ischia e per l´isola di
Vulcano.
Acquisto
e prove della strumentazione per le misure di spettrometria alfa,
comprendendo la messa a punto della linea chimica fine di separazione di
Uranio e Torio.
Acquisto
e prove della strumentazione per le misure di spettrometria quadrupolare e
di gas cromatografia.
Le
misure previste sono:
-
traccianti chimici: composizione chimica dei fluidi fumarolici (He, Ne, Ar,
H2, N2, CH4, CO, H2S, CO2,
H2O);
-
rapporti isotopici dell´3He/4He, dell´40Ar/36Ar,
13C/12C. Si tratta di un monitoraggio ad ampio
spettro per l´acquisizione di informazioni relative alla/e regioni
sorgente. Questo campionamento verrà effettuato in tutte le aree
vulcaniche in esame.
RISULTATI
I ANNO
-
Sviluppi
metodologici
E´
stata messa a punto una linea per ultra vuoto di purificazione dei gas
campionati che dovrebbe permettere la preparazione dei campioni da
analizzare per l´analisi isotopica o anche per particolari arricchimenti
di specie in traccia per l´analisi chimica.
E´ stato comprato un nuovo
sistema di raffreddamento non basato sull´uso di Azoto liquido per il
rivelatore a Germanio Iperpuro che deve funzionare a -196 °C. In tal modo
il sistema di spettrometria gamma potrà essere utilizzato in campagna per
misure immediate in suoli e fluidi.
-
Acquisizione
dati
Vesuvio
-
1 campagna di prelievi al Vesuvio con analisi degli elementi maggiori e in
traccia (10 punti d´acqua);
-
Mapping di Rn con strumentazione portatile EDA RD-200, CO2 e Hg°
(ph) nei suoli nella parte settentrionale del Somma-Vesuvio
-
Elaborazione di un rilievo da elicottero della radioattività gamma
naturale (Totale, K-40, Ra-226 e Th-232) dei suoli del Somma-Vesuvio
effettuato con rivelatore NaI(Tl)
-
Misure periodiche di fluidi al cratere ed alla base del cono per analisi
chimiche ed isotopiche.
Campi
Flegrei
-
5 campagne di prelievi ai Campi Flegrei con la determinazione degli
elementi maggiori e in traccia (Sr, F) (10 punti d´acqua);
-
analisi degli elementi in traccia sulle acque dei Campi Flegrei (7
campioni) (B, Sr, Li, Rb, Ba, Fe, Mn, Zn, Cr, Be, Mg, V, Ga, Tl, Al, Cd,
Cu, Co, Ni, Pb, Bi, U, Te, Se, Ag).
-
Misure settimanali di Radon col metodo Track-Etch, pH, T e Conducibilità
elettrica in 2 pozzi d´acqua
-
Misure mensili di Radon col metodo Track-Etch in 5 pozzetti
distribuiti nella caldera flegrea
- Mapping di Rn con strumentazione portatile
EDA RD-200, CO2 e Hg° nei suoli nella parte settentrionale dell´area
flegrea ad integrazione di analoghi mapping effettuati nell´intera caldera
- Mapping di Hg° nella Solfatara di
Pozzuoli, con prelievo di campioni a 10 cm e 20 cm di profondità per
studiare la diffusione (flusso) di Hg°
- Misure mensili chimiche ed isotopiche alla
Solfatara di Pozzuoli con ampolle a vuoto ed a soda.
Vulcano
(Isole Eolie)
-
Campionamento delle acque di 15 pozzi per determinazioni degli elementi
maggiori ed in traccia; campionamento di minerali fumarolici.
- Mapping di Rn con strumentazione portatile
EDA RD-200, CO2 e Hg° nei
suoli dell´isola
- Misure di Rn con strumentazione portatile
EDA RD-200, pH, T ed Hg° in 15 pozzi d´acqua presenti nell´isola
- Misure di radioattività gamma con
rivelatore NaI(Tl) in 15 pozzi d´acqua presenti nell´isola per misurare K,
Ra226, Tl208
-
Misure di Rn in fumarole (Spiaggia di Levante e Gran Cratere)
-
Campionamento di un condensato della Fumarola F5 sul Gran Cratere.
-Misure
periodiche di fluidi ed acque sulle diverse emanazioni gassose presenti
sull´isola al cratere ed alla spiaggia, per analisi chimiche ed
isotopiche
Isola
d´Ischia:
-
Misure periodiche di fluidi ed acque sulle diverse emanazioni gassose
presenti sull´isola, per analisi chimiche ed isotopiche.
-
Interpretazione
e modellistica
·
Interpretazione di rilievi radiometrici da elicottero della
radioattività naturale in tutta l´area del Somma-Vesuvio
·
In atto: studio e modello di genesi e diffusione del
Mercurio vapore alla Solfatara di Pozzuoli
PRODOTTI
DELLA RICERCA
n°
4 pubblicazioni su riviste internazionali
n°
6 pubblicazioni su riviste nazionali, etc.
ELENCO
PUBBLICAZIONI
AVINO R.,
CAPALDI G., DI MATTEO V., PECE R. (2001) - Radon And Mercury In The
Groundwaters of Phlegraean Fields (Southern Italy): Temporal and Spatial
Variations. 26th European Geophysical Society , Nice, France, 25-30 March
2001
CHIODINI G.,
ALLARD P., CALIRO S., PARELLO F. (2000) – 18° exchange betweensteam and
carbon dioxide in volcanic and hydrothermal gases: Implication for the
source of water. Geochim. Cosmochim. Acta, 64, 2479-2488.
ESPOSITO E.,
PECE R. , PORFIDO S. , TRANFAGLIA G. (2001)
- Hydrological
Anomalies Precursory of
Earthquakes In Southern Apennines
(Italy) . Sottomesso per la pubblicazione su
"Natural Hazard and Earth System Sciences"
ESPOSITO E.,
PECE R. , PORFIDO S. , TRANFAGLIA G. (2001)
- Hydrological
Anomalies Precursory of
Earthquakes In Southern Apennines
(Italy) . 26th European Geophysical Society , Nice, France, 25-30 March
2001
GIGGENBACH W.,
TEDESCO D. et al- . Evaluation of results from the fourth and fifth IAVCEI
field workshop on volcanic gases, Vulcano island (Italy) and Java
(Indonesia). J. Volcanol. Geoth.
Res. In press (2001)
PORFIDO
S., ESPOSITO E., IACCARINO G.,
PECE R., TRANFAGLIA G., ESPOSITO
G., ALAIA F.
(2001) - Ground
Effects During The 1930, July 23, Irpinia Earthquake (Southern Italy). 26th
European Geophysical Society , Nice, France, 25-30 March 2001
VALENTINO G.
M., STANZIONE D. (2001) – Geochemical investigations at Phlegraean
Fields (Italy): Variations in thermal waters
during 1992-1999. 26th General Assembly of the European Geophysical Union,
Nice, 26-30 March 2001, Abstract Volume 3.
VALENTINO G.
M., STANZIONE D. (2001) – Lead distribution in the thermal waters of the
Campi Flegrei (Naples, Italy).
Water-Rock Interaction 10, Cagliari, Italia.. Arehart & Hulston (eds),
Balkema, Rotterdam, ISBN 9054109424.
VALENTINO G.
M., STANZIONE D. (2001) – Source processes of the thermal waters of the
Phlegraean Fields (Naples, Italy),
by means of selected minor and trace elements distribution study. Accepted
on Ghem Geol.
VALENTINO
G.M. (2000) - Behavior of
toxic elements in hydrothermal systems: As and Hg in the thermal waters of
Phlegraen Fields (Italy). J.
Conf. Abstracts, Goldschmidt 2000, 3-8 Sept. 2000, Oxford, UK, 1029.
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Studio
multidisciplinare per la definizione del budget di massa e di energia nei
vulcani attivi italiani
Coordinatore
Scientifico del progetto
Prof.
Mariano Valenza – Professore ordinario
Dipartimento
di Chimica e Fisica della Terra - Via Archirafi, 36 - Palermo
Partecipanti
al progetto
UR#
|
Afferenza
|
Responsabile
|
1
|
Dip.
CFTA UNIPA
|
Valenza
Mariano
|
2
|
IGGI
C.N.R. Pisa
|
Cioni
Roberto
|
3
|
CNRS
LSCE, CEA-CNRS
|
Allard
Patrick
|
4
|
INGV-Ct
|
Caltabiano
Tommaso
|
5
|
Dipartimento
Geomineralogico UNIBA
|
Vurro
Filippo
|
6
|
INGV-Pa
|
Gurrieri
Sergio
|
7
|
Dip.
CFTA UNIPA
|
Parello
Francesco
|
8
|
INGV-Pa
|
Favara
Rocco
|
9
|
INGV-Pa
|
D´Alessandro
Walter
|
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Obiettivi
Generali
L´obiettivo
principale di questo progetto e´ quello di definire i budgets di massa e
di energia dell´Etna mediante un approccio multidisciplinare. In
considerazione delle modalità di trasferimento di massa ed energia verso
la superficie, il progetto è stato organizzato secondo le seguenti tre
linee:
a)
misure dirette e remote nel plume;
b)
misure delle emissioni diffuse di gas dai suoli;
c)
misure nella falda degli elementi maggiori minori ed in
tracce, discriminazione della componente di origine vulcanica, stime del
deflusso delle falde.
Attivita´
svolta durante il primo anno
Le
attività di tutte le UR sono iniziate più o meno secondo quanto previsto
dal progetto e le attività previste durante il primo anno sono state
portate tutte a compimento con risultati positivi. Inoltre, in
considerazione del particolare stato di attività vulcanica che ha
caratterizzato l´Etna in questo ultimo anno, molte misure sul campo di
alcune UR sono state potenziate. In particolare, durante il mese di
Giugno, in concomitanza dell´eruzione in corso sono state intensificate
le misure sul plume sia ai crateri sommitali che a quelli a quota 2600 e
2000.Sono state altresì aumentate le misure sul degassamento diffuso
nell´area sommitale, a Zafferana ed a Paternò.
1.
Contributo al budget da parte del plume.
Per
il conseguimento di questo obiettivo hanno operato le UR 1, 3, 4, 5 ed
hanno svolto le seguenti attività:
·
Assemblaggio di una stazione per misure continue di SO2,
H2S, H2, CO2 e parametri meteo in
atmosfera. La stazione di monitoraggio e´ stata calibrata e testata alla
Solfatara di Pozzuoli. E´ stato sviluppato anche un nuovo metodo per il
campionamento e l´analisi di composti organici nel plume. Il metodo
consiste nel fare assorbire i VOC pompando aria attraverso un tubo di
campionamento il quale era stato preventivamente riempito con un
assorbente di carbonio attivo a piu´ strati. Le analisi successive sono
state fatte per mezzo di GC-MS con la tecnica del purge and trap. Un
complesso di 20 stazioni per il campionamento passivo di gas acidi sui
fianchi dell´Etna e´ stato altresi´ sviluppato. Sono state
effettuate 5 campagne di misura ai crateri sommitali sulla Bocca Nuova nel
periodo Maggio-Luglio 2001. Durante ciascuna campagna, sono stati
prelevati campioni per la determinazione di gas acidi, mercurio e polveri.
Le concentrazioni degli acidi inorganici nel plume risultavano tra 10000 e
20000 mg/m3
(SO2) 900-4000 mg/m3
(HCl) e circa 200-500 mg/m3
(HF) in relazione alla diluizione del plume. I rapporti di S/HCl (1.9-2.4)
e HCl/HF (2.5-3.9) risultavano abbastanza costanti durante l´intero
periodo di indagine. Il rapporto tra le concentrazioni dei vari elementi
rispetto a quello dell´anidride solforosa consentira´ il calcolo dei
flussi dei vari elementi dalle misure COSPEC
(UR1).
·
Sono state effettuate diverse misure remote sul plume
vulcanico usando uno spettrometro (FTIR) sia dal suolo che da elicottero.
Queste misure hanno permesso di determinare simultaneamente i rapporti di
concentrazione di tre gas vulcanici nel plume (SO2, HCl, HF) e le loro
variazioni in relazione allo stato di attivita´ vulcanica. Queste
misure, inoltre, combinate con le misure di flusso COSPEC consentiranno la
determinazione dei flussi di HCl ed HF. Le misure effettuate
dall´elicottero sui crateri sommitali dell´Etna, usando la radiazione
IR della lava fusa, hanno permesso di ottenere spettri riproducibili
all´infrarosso durante una fase eruttiva (Ottobre 2000).
·
Sono state usate quattro differenti tecniche spettroscopiche
per misure remote della concentrazione di gas nello spettro UV attorno a
300nm (DIAL) e tecniche passive (DOAS e COSPEC). Le differenti tecniche
danno risultati abbastanza comparabili. Durante il primo anno di questo
progetto sono state effettuate 128 campagne di misure di flusso di SO2 dai
crateri sommitali dell´Etna mediante COSPEC montato su un fuoristrada o
su una nave. I valori di Flusso di SO2 erano di circa 4700 ton/giorno,
piu´ bassi del valor medio di 5500 ton/giorno (UR4).
·
Le ricerche di questa unita´ hanno essenzialmente
riguardato l´Etna ma, in subordine l´isola di Vulcano. Dal 7 al 17
agosto 2000 e´ stata effettuata una prima campagna di campionamento,
mentre una seconda e´ stata effettuata nei primi mesi del 2001. Sono
stati campionati direttamente dal suolo incrostazioni fumaroliche e sono
state identificate le fasi mineralogiche mediante diffrazione a raggi X ed
analisi qualitative mediante SEM-EDS. Le fasi individuate sono
principalmente costituite da zolfo, solfati anidri ed idrati, cloruri.
Infine e´ stata osservata una sostanziale variazione nella ubicazione
delle fumarole principalmente dovuta alla recente attivita´ vulcanica
(UR5).
2. Output dai suoli.
Sono state
completate tutte le attivita´ previste per il primo anno e precisamente:
·
Individuazione
di un´area per la realizzazione di un pozzo dedicato alla
sperimentazione di sensori a varia profondità. Le aree da utilizzare per
tale scopo sono state selezionate sia mediante prospezioni appositamente
realizzate sia attraverso i numerosi dati sulle emissioni diffuse
disponibili per l´area etnea. Le indagini hanno evidenziato due aree nel
versante orientale dell´edificio vulcanico che sia sotto l´aspetto
delle emissioni di gas sia per la disponibilita´ dei proprietari
presentano le caratteristiche richieste
(UR 6).
·
La strumentazione da utilizzare per lo studio della fase
fluida captata dal pozzo e´ stata acquisita quasi totalmente (Spettrofotometri,
pompe, sensori di temperatura e pressione etc). Inoltre sono state
effettuate esperimenti di laboratorio per mettere a punto un metodo di
campionamento dei gas disciolti mediante l´uso di opportune membrane (UR
6).
·
Riguardo la stima del budget di CO2 emesso dai
fianchi dell´Etna sono state effettuate indagini di laboratorio e di
campagna per la messa a punto di un metodo per la misura della
permeabilita´ dei suoli e la ricalibrazione del metodo Gurrieri &
Valenza. Queste indagini consentiranno il riprocessamento dei numerosi
dati di degassamento dal suolo al fine di ottenere una stima di flusso
totale piu´ attendibile (UR 6).
3.
Contributo al budget da parte della falda.
Nell´ambito di
questa parte del progetto sono state effettuate le seguenti attività:
·
Sono stati prelevati campioni di roccia fresca e
indisturbata, provenienti da cave dell´area etnea (attribuibili alla ben
studiata colata storica del 1669). I dati preliminari ottenuti mostrano
che il processo di dissoluzione della roccia è sempre incongruente. Dopo
un breve periodo iniziale di rapida dissoluzione, le cinetiche di
dissoluzione (moli cm-2 sec-1) degli elemeti
maggiori rilasciati dal solido (Na+, K+, Mg++
,Ca++, Fe e silice) seguono un andamento differenziato: la
cinetica del Na è quasi due ordini di grandezza superiore a quella del
Mg. Sono tuttora in corso ulteriori analisi chimiche delle soluzioni
sperimentali e indagini mineralogiche e petrografiche (SEM-EDS, microsonda)
sui campioni di roccia lisciviati sperimentalmente, ma anche su altre
rocce basaltiche alterate naturalmente dal contatto per lungo tempo con
acque di falda profonde (UR 7).
·
Per la formulazione del modello isotopico delle
precipitazioni meteoriche (liquide e solide) nell´area dell´Etna è
stata installata una rete di 16 pluviometri localizzati a differenti quote
distribuiti il piu´ omogeneamente possibile sull´intero edificio
vulcanico. E´ stato inoltre sviluppato e costruito un nuovo tipo di
nivometro capace di raccogliere l´equivalente liquido delle
precipitazioni solide che, al di sopra dei 2000 metri di quota,
costituisco la maggior parte dell´apporto meteorico. Il primo di questi
nivometri e´ stato installato in localita´ Serra la Nave a quota 1750
m (UR8 ).
·
Per lo studio degli acquiferi vulcanici superficiali si è
proceduto all´individuazione dei siti da sottoporre a monitoraggio
trimestrale (30 siti). Nel corso del primo anno sono stati effettuati tre
campionamenti (nov. 00, feb. 01, mag. 01). Per una migliore
modellizzazione del ciclo degli elementi nell´acquifero si ritenuto
utile analizzare anche la composizione chimica delle anche di pioggia
dell´area etnea. A questo scopo sono stati utilizzati i campioni
raccolti da 16 pluviometri istallati nell´ambito delle attività
dell´unità di ricerca numero 8 di questo stesso progetto (UR 9).
·
Sono stati effettuati test su schede wrappate
di circuiti di prova per la misura di T, P e per l´ingresso da elettrodi
ad alta impedenza. Inoltre Il multiplexer
ed il sequenziatore dei canali, seppure in una versione non definitiva,
sono stati già realizzati in una forma wrappata
e provati sul banco.E´ stata inoltre definita una metodologia per la
misura di conducibilità che dovrebbe permettere di effettuare misure di
qualità su un range esteso di
conducibilità ed in condizioni di alta temperatura, verificata in maniera
ancora molto parziale con strumentazione da banco (UR2).
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